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Gonzaga, topicida lungo il canale per uccidere le nutrie: «Così ci avvelena tutti»

Preoccupazione tra i residenti di via Guerrieri Gonzaga a Palidano di Gonzaga. Avvistato un uomo. Arriva la polizia locale, oggi la denuncia

Mauro Pinotti
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Allarme a Palidano di Gonzaga. Un uomo, la cui identità non è nota, è stato visto da alcuni residenti di via Carlo Guerrieri Gonzaga gettare centinaia di bustine di topicida sulla riva di un canale di irrigazione nelle campagne, a pochi chilometri dal centro abitato, allo scopo di avvelenare le nutrie per impedire danni alle coltivazioni. Molte bustine sono state rotte e il contenuto sparso sul terreno. Altre tracce di topicida sono state rinvenute a pelo d’acqua.

Poiché questa prassi è considerata fuorilegge, i residenti hanno subito allertato la polizia locale di Gonzaga ai cui agenti sono state consegnate le bustine. Oggi verrà depositata una denuncia ai carabinieri di Gonzaga. Poiché si tratta di un canale irriguo, è stato avvisato anche il consorzio di bonifica “Terre dei Gonzaga e di Po”.

«Qui rischiamo di diventare una sorta di terra dei fuochi – dicono allarmati i residenti – Il veleno che va in acqua finirà, poi, anche se in modiche quantità, nelle coltivazioni e di conseguenza entrerà nella catena alimentare. Non bastavano le trappole, adesso pure il topicida».

Le nutrie sono una specie infestante equiparata ai topi, secondo la classificazione normativa e amministrativa, ma non è possibile fare ricorso a veleni per ridurne la presenza perché non esistono veleni selettivi per nutrie e la mole del roditore, rispetto a quella del topo, è decisamente superiore: una carcassa di nutria può diventare facilmente veicolo di avvelenamento di altri animali selvatici che se ne dovessero cibare come gazze e cornacchie. Proprio per tali motivi, i piani di eliminazione regionali possono essere attuati solo con gli spari o le trappole e queste ultime vengono fornite gratuitamente dalla Provincia grazie a un contributo regionale.

Nel caso in questione, lo spargimento del topicida potrebbe causare l’uccisione, oltre che delle nutrie, anche di numerose gallinelle d’acqua e di gazze. L’ignoto verrà denunciato per getto pericoloso di cose e per violazione alla legge sulla caccia che vieta di fare uso in ambiente naturale di esche avvelenate. Avvelenare un animale è reato ai sensi degli articoli 544-bis e 544-ter (uccisione e maltrattamento di animali) del codice penale e lo spargimento di sostanze velenose è punito dall’articolo 14 del Testo unico leggi sanitarie (Regio Decreto 1265 del 1934) con la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da 51,65 fino a 516,46 euro. –

Mauro Pinotti

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