Due morti sul lavoro: i costruttori impegnati per garantire sicurezza
Dopo le recenti tragedie che hanno coinvolto l'artigiano a Marmirolo e il moviere sulla Goitese
MANTOVA. Due tragedie sul lavoro in due giorni: il 3 marzo a Marmirolo un artigiano di 63 anni ha perso la vita cadendo da un ponteggio mobile; il giorno è morto un moviere di 55 anni, travolto da un camion sulla Goitese, nel cantiere della nuova tangenziale di Guidizzolo.
Sulle due sciagure l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, ha inviato una nota. «I due incidenti mortali nel giro di poche ore nei cantieri della nostra provincia provocano dolore e turbamento in tutti gli operatori del settore, nessuno escluso – dice la nota del presidente Attilio Scacchetti – sia perché le persone e le imprese sono molto conosciute nel nostro settore sia perché gli eventi tragici rappresentano una sconfitta rispetto all’impegno che le associazioni datoriali e sindacali dell’edilizia dedicano da anni al tema della sicurezza».
E ancora: «L’ente unificato per la formazione e la sicurezza della provincia è stato tra i primi in Italia a darsi un’organizzazione stabile, ed è pienamente operativo, salvo la forzata interruzione dell’attività programmata dovuta all’emergenza sanitaria, con un’attività formativa continua che vede in primo piano proprio la sicurezza del lavoro. Occorre sicuramente investire di più nelle cultura della sicurezza, ma è un investimento che va affrontato non da soli ma coinvolgendo la committenza, i progettisti, i titolari delle imprese, i lavoratori e chi li rappresenta».
Scacchetti condivide «gran parte delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dai rappresentanti dei lavoratori, anche se nutro qualche perplessità quando si imputano genericamente ai datori di lavoro disattenzioni o atteggiamenti prevaricatori nei confronti dei RLS, o quando vengono proposti confronti tra provincia e provincia». Il presidente ribadisce che «non è mai mancato l’impegno sul fronte della sicurezza da parte di Ance, delle altre associazioni datoriali. Osservo, infine, che le statistiche sugli infortuni devono essere interpretate con ragionevolezza, perché l’incidentalità nei territori lombardi è correlata ai volumi di lavoro, che vedono, pur in uno scenario complessivo e persistente di crisi del settore, l’area milanese in prima linea e Mantova relativamente più attiva di altre realtà vicine – conclude Scacchetti –, per effetto della domanda pubblica legata alla ricostruzione post sisma e agli interventi infrastrutturali in corso, come il ponte di San Benedetto Po o la tangenziale di Guidizzolo».
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