Prelato di Mantova contagiato in Vaticano
Monsignor Pezzoli è a capo della sezione italiana della Segreteria di Stato di Bergoglio: è ricoverato a Roma
CURTATONE (SAN SILVESTRO). È il mantovano Gianluca Pezzoli il monsignore positivo al coronavirus ricoverato dal 25 marzo all’ospedale Columbus-Gemelli: le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni. Originario di Marcaria, ma cresciuto a San Silvestro di Curtatone, Pezzoli, 58 anni, vive da tempo a Casa Santa Marta, la stessa residenza vaticana dove abita Papa Francesco: con lui sale a cinque il numero di contagiati Oltretevere.
Ordinato sacerdote nel maggio del 1987 dall’allora vescovo di Mantova Egidio Caporello, al servizio degli affari generali della Segreteria di Stato dal 2000, insignito dell’onorificenza di cappellano di Sua Santità nel 2003, attualmente Pezzoli è responsabile della Sezione italiana della Segreteria di Stato di Papa Francesco. La sezione più numerosa, circostanza che alimenta l’ansia del contagio in Vaticano.
Chi lo conosce descrive Pezzoli come un gran lavoratore, un monsignore del fare alieno a certa mondanità. Pescando nell’archivio della Gazzetta s’incrocia il suo nome diverse volte. Nel 2003 ricevette una medaglia dall’allora sindaco di Curtatone, Cesare Rubini, e ricambiò il gesto testimoniando il suo affetto: «Anche se vivo lontano – disse – il mio legame rimane stretto e mi sento sempre vicino al mio paese d’origine». A San Silvestro il monsignore si trasferì quando aveva 7 anni, al seguito del papà Aldo, medico condotto (scomparso nel 2006). È del 2004 la visita a Mantova con il Segretario di Stato Angelo Sodano, mentre, in anni più recenti, Pezzoli ha partecipato alla benedizione dei gessetti dei madonnari alla Fiera delle Grazie.
A raccontare del suo legame con il sindaco Rubini, sono anche le parole commosse che monsignore gli dedicò nel dicembre del 2005, a un anno dalla sua morte improvvisa, durante la commemorazione in municipio: «Di Cesare mi piace ricordare l’interesse per la riscoperta e la tutela delle origini della nostra comunità, delle sue tradizioni religiose e cristiane».
Intanto, il Papa continua a pregare per l’emergenza coronavirus.«In questi giorni di tanta sofferenza c’è tanta paura – ha scandito il 26 marzo Francesco nell’introduzione della messa a Santa Marta – La paura degli anziani che sono soli nelle case di riposo, o negli ospedali, o a casa loro, e non sanno che cosa accadrà. La paura dei lavoratori senza lavoro fisso che pensano come dare da mangiare ai loro figli e vedono venire la fame. La paura di tanti servitori sociali che in questo momento mandano avanti la società e possono prendere la malattia. E anche la paura, le paure di ognuno di noi. Ognuno sa quale sia la propria paura. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad avere fiducia e a tollerare e a vincere le paure». Dopo il caso di Pezzoli, Bergoglio sarebbe stato sottoposto a un secondo tampone per il coronavirus.
Al momento, comunque, non sono arrivate disposizioni operative ai capi-dicastero della Curia romana, che continueranno normalmente la loro attività. Un’assenza di comunicazione che viene interpretata come segnale di possibili esiti negativi dei controlli eseguiti all’interno di Santa Marta.
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