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Pro-Gest, dal Comune la sanatoria per serbatoi, tubazioni e vasca

La società versa 64mila euro tra oneri di urbanizzazione e sanzione e non dovrà demolire le opere

Sandro Mortari
1 minuto di lettura



MANTOVA. Buone notizie per la cartiera di Pro-Gest sul fronte del Comune. Lo Sportello unico ha concesso il permesso di costruire in sanatoria per una parte delle opere costruite abusivamente e che risultano fuori dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale in corso in Provincia per ottenere il raddoppio della produzione. La società ha pagato i relativi oneri di urbanizzazione e una multa, per un totale di oltre 60mila euro, ed eviterà di demolire le opere realizzate in modo abusivo.

Salvi, dunque, i serbatoi (tine), le travi sospese (pipe rock) che sostengono le tubazioni a servizio dell’impianto produttivo e la vasca di raccolta di eventuali fortuiti spandimenti. Come atto iniziale lo Sportello unico ha rilasciato la «valutazione della sicurezza delle costruzioni». Un passaggio indispensabile quando si tratta di esaminare costruzioni esistenti e con una domanda di permesso di costruire in sanatoria pendente.

La Polizia locale, nel suo sopralluogo dell’8 agosto 2018 accertava l’ultimazione di quelle opere avvenuta, però, in difformità dal progetto. A quel punto, a Pro-Gest veniva chiesta un’integrazione progettuale che poi otteneva l’ok del Comune, con una prescrizione finale: che le opere, una volta ultimate, siano collaudate da un tecnico non collegato al costruttore e che non sia intervenuto nella progettazione, nella direzione o esecuzione dell’opera.

A questo punto, il Comune ha rilasciato il permesso di costruire in sanatoria. Pro-Gest prima, però, ha dovuto pagare un’ingente somma: 12.935,28 euro di urbanizzazione primaria, 12.935,28 euro di urbanizzazione secondaria e 6.467 euro di smaltimento rifiuti, più una sanzione di altrettanti euro per le medesime voci, per un totale di 64.676,36 euro.

Per Pro-Gest, però, non è finita qui. Resta ancora da sanare una serie di opere realizzate senza il cosiddetto «titolo abilitativo». Si tratta di interventi che fanno parte della procedura di Via e di altri che ne sono fuori. Per quanto riguarda questi ultimi, sono il magazzino per lo stoccaggio della materia prima (la cartaccia proveniente dalla raccolta differenziata), una tettoia realizzata lungo la facciata nord della «fabbrica sospesa» di Nervi.

Il Comune, nel settembre del 2019, aveva già accertato la compatibilità paesaggistica di queste opere (come aveva fatto per quelle poi sanate), perché «non hanno determinato danno ambientale», prendendo atto del parere favorevole da parte della sovrintendenza. Gli uffici ora sono in attesa degli approfondimenti richiesti.

Restano da sanare anche le altre opere che saranno oggetto di procedura di Via, e cioè il depuratore, la centrale termica e l’edificio destinato al pulper, connesse al raddoppio della produzione della cartiera chiesta da Pro-Gest.

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