Mantova, i volontari lanciano l'allarme: «Anziani depressi»
Il presidente del Club tre età Luciano Tonelli: «Molti dei nostri 150 assistiti non resistono più all’isolamento. Li aiutiamo ascoltandoli»
Nicola CorradiniMANTOVA. «Ci sono persone che piangono al telefono, che dicono di non farcela più a rimanere isolate in casa. Altre che hanno paura. Le condizioni psicologiche degli anziani che seguiamo stanno peggiorando». Luciano Tonelli è presidente del Club Tre età da molti anni. Assieme ai volontari dell’associazione telefona agli anziani seguiti (150) per accertarsi che stiano bene, che mangino regolarmente e che assumano i farmaci per gli acciacchi cronici. Eppure, nella sua esperienza ormai consolidata e abituata ad avere a che fare con i momenti neri degli anziani soli che vivono in città, non ha mai visto una situazione come questa. Un mese di chiusura in casa, per persone con problemi di autonomia e che vedono nelle brevi passeggiate al giardino pubblico o in chiesa l’unico momento di contatto con altre persone, non poteva non avere effetti.
«Ogni giorno telefoniamo a tutti loro, cominciamo alle sette del mattino e finiamo alle sette di sera – racconta Tonelli – Ovviamente non possiamo andare a casa loro, ma li ascoltiamo. La maggior parte dei nostri anziani attende la chiamata del volontario con grande fervore. Raccontano di tutto, dalle loro preoccupazioni ai ricordi di quando erano giovani. Hanno voglia di parlare con qualcuno. Se il volontario tarda, spesso sono loro a chiamare la nostra sede. Molti di loro sono chiaramente sulla strada della depressione, non è semplice ansia. Vivono questa situazione miscelando paura per la malattia, condizioni fisiche non eccellenti, senso di solitudine e frustrazione per l’impossibilità di uscire. Chiedono continuamente se il divieto è ancora valido. Qualcuno minaccia di uscire comunque, di voler correre il rischio».
Rischio non solo di multa, ma anche di essere contagiati. E un anziano ha probabilità molto maggiori di andare incontro a complicazioni molto gravi. Le uniche attività che i volontari del Club possono fare a domicilio è la consegna della spesa, del pasto o dei farmaci.
«Abbiamo ricevuto da Coldiretti frutta, verdura e uova da distribuire ai nostri anziani – dice il presidente – ovviamente consegniamo tutto in sicurezza. Un po’ come fa Amazon. Suoniamo il campanello di casa e quando la persona risponde mettiamo le cose all’ingresso».
I volontari del Club, non costituiscono soltanto un punto di riferimento per avere sostegno morale, per colmare un pochino la solitudine o per ottenere un aiuto materiale per i pasti e i medicinali. In diversi casi, il Club tre età rappresenta un interlocutore per avere informazioni relative all’emergenza che stiamo vivendo.
E questo tipo di chiamate, a volte, riportano problemi davvero seri. «Un’anziana ci ha contattato perché il marito non stava bene e non sapeva cosa fare – spiega Tonelli – era un sabato, noi abbiamo dato i numeri di riferimento e le abbiamo chiesto quali erano i sintomi. Le abbiamo comunque consigliato di rivolgersi al medico o alla guardia medica. La domenica ha richiamato per dirci che erano usciti per una passeggiata e che poche ore dopo il marito aveva la febbre. A quel punto abbiamo attivato noi i servizi. Ora sono entrambi in quarantena. Questo per dire come, nonostante l’informazione sia capillare, molte persone non abbiano ancora la giusta consapevolezza di quanto sta accadendo». —
I commenti dei lettori