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Imu e Tasi, 60 accertamenti: frena la lotta all’evasione

L’emergenza sanitaria ha bloccato il recupero da parte degli uffici di Via Roma. In tre mesi emersi 32mila euro di imposta non pagata contro i 445mila del 2019

Sandro Mortari
2 minuti di lettura



MANTOVA. La lotta ai furbetti di Imu e Tasi si è interrotta. L’emergenza coronavirus, tra le tante attività, ha bloccato anche le verifiche sul versamento dell’imposta sugli immobili e di quella sui servizi indivisibili. L’ufficio tributi del Comune virgiliano ha dovuto fermarsi a fine febbraio, e i risultati si sono subito visti. Nel primo elenco dell’anno in cui Via Roma rende conto degli accertamenti effettuati e delle somme recuperate da chi ha omesso di versare le imposte o le ha pagate solo parzialmente, figurano numeri molto risicati rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019.

E così, dal 1° gennaio al 31 marzo scorso sono stati emessi appena 29 avvisi di accertamento per altrettanti contribuenti non in regola con il versamento dell’Imu 2019, per un ammontare di 25.048 euro di imposte non pagate; parallelamente, sono stati emessi altri 31 avvisi di accertamento per Tasi non versata per 7.636 euro. Sessanta contribuenti (ma uno sulle spalle potrebbe avere anche più cartelle) che, per vari motivi, non hanno pagato al Comune poco più di 32mila euro. Nulla se pensiamo al primo elenco dell’anno scorso, in cui finirono 372 contribuenti per un arretrato rispettivamente di 392.790 euro di Imu e di 52.541 euro di Tasi non versata. Una domanda sorge spontanea: mantovani di colpo tutta brava gente, ligia nel pagamento dei tributi come non mai?

Il vicesindaco nonché assessore al bilancio Giovanni Buvoli non entra nell’analisi sociologica e preferisce stare con i piedi per terra: «Semplicemente - dice - l’emergenza sanitaria ha costretto gli uffici a bloccare gli accertamenti. In questo modo ci verrà a mancare una fetta importante di entrate che va a costituire quei 6 milioni di entrate in meno che ci aspettiamo dal coronavirus». Il conto, almeno per quanto riguarda Imu e Tasi non versata, è presto fatto.

L’anno corso gli accertamenti hanno portato a scovare ben 3.859.043 euro di Imu non versata, somma scoperta grazie a 1.536 accertamenti, e 455.690 euro di Tasi non versata emersi grazie a 1.567 accertamenti. Circa 4 milioni 314mila euro, da cui vanno tolte qualche decina di migliaia di euro per avvisi poi annullati con i vari ricorsi, che quest’anno, almeno fino a quando l’emergenza sanitaria non sarà finita, difficilmente arriveranno nelle casse di via Roma.

«Bisognerà, infatti, vedere in che condizioni usciranno imprese e cittadini dalla crisi - sottolinea Buvoli - Cioè se saranno in grado di pagare le imposte». Il vicesindaco respinge la lettura che tutti coloro che vengono «beccati» dagli accertamenti sono furbetti del fisco: «Magari - dice - è gente che aspetta l’accertamento per poi chiedere una rateizzazione. Per altri si tratta di semplice dimenticanza oppure di errori veniali nel calcolo dell’imposta. Non si può generalizzare. Una quota di furbetti c’è, ma riusciamo a scovarla».

Merito della nuova legislazione e del regolamento varato dal Comune l’anno scorso. Le nuove norme hanno permesso di estendere i premi per le somme recuperate a tutti i dipendenti che partecipano al recupero di rette, tariffe e imposte non versate. Se prima la partita era solo dell’ufficio tributi, adesso la pattuglia a caccia di evasori si è ingrossata e riguarda altri uffici per un totale di 85 dipendenti che l’anno scorso si divisero l’incentivo di 38mila euro.
 

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