L’architetto-scrittore salvo grazie al plasma donato da chi è guarito
Il padre, ex primario al Poma, e la madre, presidente Bamco, fanno un video per sollecitare la donazione del sangue iperimmune con gli anticorpi
roberto boMANTOVA. Mamma e papà hanno lanciato l’appello quando hanno saputo che il figlio era fuori pericolo. Medico lui, farmacista lei. Entrambi volti noti, così come quello del figlio Diego, 43 anni, architetto mantovano residente a Bergamo e autore insieme alla moglie, Maria Chiara Bertuzzi, del libro per bambini “Nina, perché?” dedicato alle domande della figlia di sei anni e tra i volumi per bambini più richiesti su Amazon.
Mamma e papà, Renzo Tarchini, ex primario delle Nefrologia del Carlo Poma, e Giovanna Gamba, farmacista e presidente di Bamco, la banca mantovana del cordone ombelicale, hanno affidato a un video su facebook il racconto di quanto successo al figlio Diego. Lo hanno fatto soprattutto per sottolineare l’importanza della donazione del plasma da paziente guarito, un regalo che ha permesso all’architetto-scrittore di vincere la battaglia contro il virus.
«Nostro figlio si ammala di coronavirus a Bergamo dove abita con la moglie e la figlioletta di 6 anni e rimane in casa con la febbre tra 39,5° e 40°per dodici giorni senza ricevere alcun supporto né riscontro medico, nonostante le telefonate al curante ed ai numeri dell’Ats e della Regione – spiegano i genitori di Diego nel video –. Alle 5 del mattino ci chiama disperato e, grazie alla Croce Rossa di Mantova, in poche ore riusciamo a portarlo al Poma».
Diego viene subito assistito al pronto soccorso dall’équipe del primario Massimo Amato e dopo gli accertamenti viene trasferito in terapia intensiva respiratoria. Vista la gravità del quadro polmonare, si decide di applicare anche a lui la nuova terapia sperimentale della sacca di plasma iperimmune, ideata dal dottor Massimo Franchini, in collaborazione con i colleghi Immunoematologi del Policlinico di Pavia. «Questo plasma – proseguono Tarchini e Gamba – prelevato ai pazienti guariti, è ricco di anticorpi specifici contro il coronavirus e, infuso a nostro figlio, ha completamente contrastato una situazione gravissima in un paio di giorni. Sconfitta la grande infezione, nostro figlio è salvo, anche se ancora convalescente e ci vorranno diversi giorni o settimane per ritornare completamente sano».
E a questo punto parte il messaggio: «Oggi ci sembra importantissimo trasmettere a tutti che questa terapia, altamente innovativa, è semplice e molto efficace ma richiede una vasta raccolta di plasma dei pazienti guariti. Solo così sconfiggeremo il virus fino a quando non sarà pronto e validato un vaccino efficace e quindi chiediamo a tutti di donare il sangue. E come faremo a ringraziare tutti i medici e gli infermieri che si sono susseguiti nelle cure con la guida del dottor Rino Frizzelli, del dottor Cleante Scarduelli e del dottor Paolo Costa? Solo ricordando a tutti voi quanto sono grandi i nostri medici e infermieri, unici al mondo».
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