Coronavirus, drive-in per cinema concerti e spettacoli. Protti: ipotesi fattibile
Una formula che nel nostro Paese non ha mai registrato numeri da capogiro, a differenza di quanto avviene Oltreoceano, ma che potrebbe rispondere alle esigenze del momento
Matteo SbarbadaMantova. La prolungata chiusura di cinema, teatri e sale da concerti, le norme sul distanziamento, interi settori alla prese con pesanti difficoltà economiche. Tra le possibili, e temporanee, soluzioni sul piatto per tamponare la crisi, ecco il ritorno in auge dei drive in.
Una formula che nel nostro Paese non ha mai registrato numeri da capogiro, a differenza di quanto avviene Oltreoceano, ma che potrebbe rispondere alle esigenze del momento. A livello nazionale l'idea è stata rilanciata da un gruppo di operatori del settore (Utopia Srl, Zoo Srl, Italstage, e 3D Unfold), che pensano a maxischermi in grandi aree per trasmettere spettacoli e concerti, con il pubblico che si potrebbe godere lo spettacolo in auto.
Un’idea sulla quale stava riflettendo in queste settimane anche Paolo Protti, titolare di Ariston e Cinecity. «Siamo chiusi dal 23 febbraio – ricorda – e il tema del drive in è tra quelli sul piatto. Ci sono state prime riflessioni con gli altri operatori locali del settore e con le istituzioni. Il fatto è che tutto prematuro al momento. Siamo ancora nel pieno del lockdown e non ci sono certezze sulla fase 2. Per riflettere a fondo sul progetto sarebbe necessario capire quali siano le autorizzazioni necessarie, le regole da seguire. Vedremo se a maggio inizierà un progressivo ritorno verso la normalità».
Senza punti fissi, però, appare complicato avere certezze. «Le norme sul distanziamento fisico saranno rigide anche in auto? Potranno salire due o più membri di un gruppo familiare? Con una sola persona per auto il progetto non sarebbe sostenibile. Per questo dico che serve conoscere le regole, prima di valutare se sia o meno un progetto sostenibile dal punto di vista economico. La cosa importante è che le istituzioni locali coinvolgano gli operatori locali, colpiti duramente da questa prolungata serrata». Dal punto di vista logistico, servirebbero ampi spazi. "« grandi parcheggi del Boma potrebbero essere una soluzione, ma non sono l'unica opzione (nella foto in alto il drive-in all’Ipercoop Virgilio nel 1999, ndr). Tecnicamente si potrebbe fare. Sarebbe un modo per ridare alle persone la possibilità di uscire e andare al cinema. Una soluzione ponte in vista di un futuro ritorno alla normalità. Potrebbero essere proposti film che hanno saltato il passaggio al cinema, altri la cui uscita era stata spostata. Ci si può ragionare, ma servono regole chiare. Il tutto seguendo l'evoluzione dei contagi. La priorità è sempre la salute».
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