Enac rinuncia all’aeroporto al Migliaretto. Il sindaco di Mantova: ne faremo un parco con lo stadio
Palazzi presenterà un master plan: una cittadella dello sport al centro della foresta che va da Angeli alla Vallazza
Sandro MortariMANTOVA. Il Migliaretto per l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, non rientra più tra gli aeroporti di interesse nazionale. Per questo il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ne può valutare la dismissione e riconsegnare l’area all’Agenzia del demanio affinché proceda a sdemanializzarla per utilizzarla diversamente.
È la comunicazione che il sindaco Mattia Palazzi ha ricevuto dal dicastero e che gli fa dire: «Per Mantova si apre un’occasione storica». E già prefigura il futuro per quell’area da 300mila metri quadrati all’ingresso sud della città: un bosco urbano al centro di una più ampia foresta che va dalle sponde del lago Superiore di Angeli fino a quelle del lago Inferiore della Vallazza, con dentro il nuovo stadio Martelli e gli attuali impianti sportivi (atletica con il campo scuola, motocross, tennis e rugby) a formare una cittadella dello sport. Il sindaco già lo vede con una vocazione internazionale come «il Bois de Boulogne a Parigi o come il Turia di Valencia».
Sono decenni che Mantova aspira ad avere quell’area per valorizzarla. Si era arrivati sino all’ok di ministero e agenzia del demanio per cederla al Comune (era il 2008), ma poi il sogno si è infranto proprio davanti al silenzio dell’Enac.
Il sindaco sta prendendo contatti col demanio: «Entro 30 giorni - annuncia - manifesteremo il nostro interesse per ridare alla città, come abbiamo fatto per San Nicolò, un’area strategica per un nuovo disegno a sud di Mantova. La chiederemo per valorizzarla, presentando un master plan che ridisegni funzioni, fruibilità e infrastrutture di un comparto ben più ampio che vedrà al centro proprio il Migliaretto». Master plan a cui lavorerà un «team multidisciplinare con il coinvolgimento della nostra università».
Palazzi sa che per fare quello che ha in testa ci vorranno molte risorse, ma ritiene che trovarle e investirle là sia un’opportunità per il futuro della città da non perdere. Per questo pensa ad un «grande piano di rigenerazione urbana e valorizzazione storica» che ruoti attorno a tre punti.
Il primo. «Vogliamo costruire - spiega - un grande piano per il sud della città che parta dal recupero della dimensione storica dell’isola che fu Mantova, circondata dai laghi». A nord l’acqua, a sud una distesa di foreste urbane collegate tra loro, con la realizzazione del più grande progetto di parco periurbano, che «diventerà uno dei più grandi parchi pubblici d’Europa».
Insomma, «un immenso “lago” verde che parte da Angeli dove incontra l’acqua, si sviluppa attraverso l’ex lago Paiolo, dove si connette con il Parco del Te, prosegue al Trincerone, e attraverso il Migliaretto si collega alla Vallazza e a Mantova Hub, reimmergendosi nell’acqua. Oltre mezzo milione di nuovi alberi, alternati ad orti e frutteti urbani. Un enorme polmone per la città, fruibile da tutti».
Il secondo punto è «il ripensamento della viabilità a sud della città. In primis il completamento delle ciclopedonali, per collegare Te Brunetti a Bosco Virgiliano e ai campi sportivi, ma anche a scopo turistico, con il collegamento ai percorsi che dal Mincio portano al Po, passando per il Forte di Pietole». Avere il Migliaretto permette anche di riprendere in esame i progetti delle infrastrutture che servono a risolvere il nodo di Porta Cerese e la “barriera” ferroviaria.
Il terzo e ultimo punto. Per completare il recupero del Parco Te, una parte del Migliaretto potrebbe ospitare il nuovo stadio. «Si tratta - spiega - di un’operazione molto onerosa, ma che va pianificata, sia per i problemi di vetustà del Martelli, sia per progettare il recupero completo del Parco Te con la demolizione del Martelli e la revisione della viabilità di Porta Cerese». Alla fine il Migliaretto sarà «un grande parco pubblico con giardini, impianti sportivi, musei». Un «progetto ambizioso ma anche una sfida bellissima».
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