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De Donno sulla cura con il plasma iperimmune a Porta a Porta: "Trattati 58 pazienti, tutti guariti"

Il primario del Poma collegato con Bruno Vespa su Rai1 per raccontare la sperimentazione: "I Nas hanno chiesto informazioni sulla donna incinta trattata e su quanti sono stati i pazienti, non hanno riscontrato irregolarità. Ho rispettato tutte le regole. Chiedo però che il siero sia trattato come gli altri farmaci, perché abbiamo lavorato fuori protocollo con tanti medicinali".

Alessandro Taraschi
2 minuti di lettura

MANTOVA. "Sono 58 i pazienti curati con il siero iperimmune, 48 inseriti nel protocollo e 10 chiedendo al comitato etico. Sono guariti tutti". A snocciolare i numeri è Giuseppe De Donno, sugli schermi di Rai1, nel salotto di Porta a Porta. Il primario di Pneumologia del Carlo Poma, al centro dell'attenzione nazionale in questi giorni per la lotta al coronavirus con il plasma iperimmune ieri notte ha partecipato alla trasmissione di Bruno Vespa per discutere della terapia. "I Nas (Nucleo anti sofisticazioni dei carabinieri, ndr) non sono venuti in reparto ma hanno chiamato per avere informazioni sulla donna incinta trattata e sul numero di pazienti sottoposti alla cura con il siero. Non hanno riscontrato irregolarità". De Donno ha poi aggiunto: "Sono orfano di un papà carabiniere, rispetto sempre in modo ligio le regole".

De Donno alle precisazioni sulla necessità di attenersi ai protocolli di Giuseppe Ippolito (direttore scientifico dello Spallanzani) in linea da Roma ha replicato così: "Chiedo che il siero non abbia regole diverse dagli altri farmaci - ha puntualizzato - Negli ultimi mesi abbiamo utilizzato vari farmaci senza autorizzazione, senza seguire i protocolli, perché serviva un proiettile magico contro il coronavirus, per salvare vite che altrimenti non avremmo potuto salvare. Serviva un protocollo urgente per far sì che le vittime non fossero molte di più di quelle che sono state".

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L'elenco dei medicinali usati dal primario del Poma è lungo e De Donno non esita ad aggiungere: "Sarebbe un sogno poter aspettare studi standardizzati e protocollati, ma il tempo non c'è e non c'era. Per questo non capisco perché per i farmaci non si chiedano i protocolli e per il siero invece sì.

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Nature (una delle più prestigiose riviste scientifiche, ndr) nella sua copertina parla del siero iperimmune come prima scelta per la cura. Ci sono altri 11 pazienti a Padova e 3 a Crema, trattati in questi giorni che stanno dando gli stessi risultati che abbiamo ottenuto noi. Sono riuscito a togliere altri pazienti da respiratore anche oggi e tra qualche giorno li restituirò alle loro famiglie. I pazienti stessi dicono che dopo un'ora dal trattamento stanno meglio".

Successivamente nel corso del programma Ippolito ha speso parole positive per De Donno. "Chi innova merita rispetto perché si mette in gioco ogni giorno", ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani, che ha aggiunto: "De Donno ha detto bene, non c'era tempo per fare studi durante l'emergenza. Ora è importante mettersi insieme, non ci sono cure miracolose, dobbiamo analizzare i dati. Valutarli. E capire. Perché anche nelle emergenze è importante che la scienza non salti dei passaggi, faccia un passo alla volta".

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Protagonista della puntata anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

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