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Addio all’ultimo pilota Usa catturato nel Mantovano

Glen Meldus aveva 96 anni. Il suo aereo fu colpito il 4 aprile del ’45. Dopo un atterraggio d’emergenza sul lago a Rivalta fu deportato

Francesco Romani
1 minuto di lettura

MANTOVA. La sua storia è stata raccontata con particolari inediti dal ricercatore mantovano Claudio Mischi. Ma lui non ha fatto a tempo a vedere il libro che lo storico di San Giorgio ha dedicato agli ultimi giorni del conflitto visti da Rivalta e che contiene un’ampia ricostruzione della sua storia. Glen J. Meldus, 96 anni, è morto alcuni mesi fa a Canton, città dell’Illinois dove era vissuto.

La sua è una vicenda particolare. Giunto dagli States con una formazione di B-25, era distaccato in Corsica, dai cui aeroporti provvisori partivano le ondate di bombardamenti verso l’Alta Italia. Così fu la mattina del 4 aprile del 1945. Nonostante la tenace resistenza tedesca su tutti i fronti, oramai le sorti della guerra sono ben delineate e gli alleati intensificano i bombardamenti per tagliare i rinforzi ai tedeschi.

Meldus, co pilota del “Ladies Delight”, esegue l’operazione di bombardamento a Rovereto, ma una scheggia di un’antiaerea colpisce un motore che va in fiamme. Il pesante bimotore tenta il rientro, ma anche l’altra elica si blocca e il velivolo perde pericolosamente quota. Così il pilota tenta una manovra disperata: l’atterraggio d’emergenza senza carrello. Per farlo scorge sotto di lui la distesa d’acqua dei laghi di Mantova. Vira che ormai è ad appena 200 metri d’altezza e cerca di tenere l’aereo in posizione orizzontatale. La pancia del pesante B-25 si appoggia sull’acqua e poi il fango del lago superiore frena la corsa del velivolo che si fermerà di fronte a Rivalta.

«Lo stesso Meldus - spiega Mischi - raccontò poi che la mattina della partenza aveva il presentimento che qualcosa sarebbe andato storto». Catturato dai tedeschi, portato a Villa Arrivabene a Rivalta e poi in un campo di concentramento in Germania, Meldus perse venti chili di peso nei 25 giorni di prigionia. Tornato in patria, restò nell’aeronautica facendo anche la guerra di Corea e tenendo i contatti nel Mantovano con Mischi, che gli ha tributato un ricordo storico.

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