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Matrimoni rinviati, anche il mercato delle cerimonie è in crisi

Ecco il quadro di abiti da sposa, viaggi di nozze, ristoranti, fioristi. Il racconto di Simone e Claudia che dovevano dirsi “sì” a fine giugno: «Peripezie per recuperare a settembre, con la speranza di farcela»

Andrea Gabbi, Davide Casarotto, Mauro Pinotti
2 minuti di lettura

MANTOVA. Il giorno più bello della vita nel bel mezzo del periodo più cupo per la società moderna. Uno schiaffo morale per chi, in questi mesi primaverili, aveva in programma di camminare lungo la navata di una chiesa per pronunciare il fatidico “sì”. Il periodo dei matrimoni è proprio questo: da marzo a luglio, con il clou tra aprile e giugno. Tutto rinviato, spesso a data da destinarsi, con buona pace di futuri mariti e mogli che già pregustavano la magia di un momento unico.



Ma oltre alla delusione emotiva, va messa in conto anche la trafila delle prenotazioni, dei soldi già investiti e delle disdette da programmare. È successo anche a Simone Boselli e a Claudia Bosio. Fidanzati da parecchi anni, lui di originario di Canneto e lei di Sabbioneta. Conviventi a Bozzolo e pronti alla pioggia di riso che si sarebbe palesata il 27 giugno: «Stavamo iniziando ad ultimare i dettagli – afferma Simone, classe 1987 – quando è iniziato questo dramma. Ci siamo ritrovati con tantissime cose già sistemate da bloccare. Non è stato semplice da gestire e non lo è tutt’ora». In queste situazioni il rischio di perdere un mare di soldi è dietro l’angolo: «Per fortuna siamo riusciti, bene o male, a trovare delle soluzioni – analizza la coppia –. Abbiamo fissato una nuova data, il 26 di settembre. Siamo riusciti a disdire il ristorante e a riprogrammarlo per quel giorno. Stessa cosa per il catering». E poi ci sono altre mille situazioni da gestire, il tutto nel più breve tempo possibile per evitare di perdere caparre e prenotazioni: «Come per le bomboniere – conferma Simone – che sono pronte alla consegna. Le utilizzeremo a settembre, per fortuna non avevano ancora stampato i bigliettini con i nomi e la data, altrimenti sarebbe stato tutto da rifare. Lo stesso discorso vale per le fedi: pochi giorni prima dello scoppio dell’epidemia stavamo scegliendo i modelli degli anelli e quindi eravamo prossimi a dare l’ok all’incisione interna con le date. Anche lì siamo stati molto fortunati, le fedi le compreremo solo all’ultimo quando avremo la certezza di poterci sposare a settembre». Già, perché aver posticipato la data non è garanzia di successo: «A questo punto non dipende più da noi, ma dall’andamento del contagio e dalla responsabilità delle persone nel rispettare le regole».

Tornando agli aspetti logistici legati alla celebrazione del matrimonio, ecco altre due situazioni di difficile gestione quando ci si trova costretti al rinvio: gli abiti e il viaggio di nozze. Nel primo caso bisognerà fare di necessità virtù: «Claudia ha già il vestito e chiaramente non lo cambierà – racconta Simone – però dovrà stare attenta in questi mesi, non potrà ingrassare o dimagrire di un grammo». Per quanto riguarda invece la luna di miele, tutto è ancora in divenire: «Avevamo prenotato un viaggio tra il Messico e Miami: ci andremo in una stagione che non era quella che avevamo previsto. Il tutto con la speranza di riuscire ad annullare i voli per recuperare i soldi già investiti attraverso l’agenzia». Insomma, una serie di peripezie per riuscire a salvare il salvabile. Peripezie che però potrebbero avere un risvolto romantico: un domani gli sposi del 2020 avranno una storia da raccontare.

*Editing Alessandro Taraschi

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