Mantova, dal 18 maggio si torna a messa, ma a numero chiuso
La diocesi detta le linee: da domani in chiesa non più di 200 persone per volta con la mascherina e a 1,5 metri di distanza
Sandro MortarMANTOVA. È finita la quarantena anche per i cattolici. Dal 18 maggio riprenderanno le celebrazioni liturgiche dopo la sospensione dovuta all’emergenza sanitaria.
Le chiese torneranno ad accogliere i fedeli in preghiera guidati dal sacerdote. Si dovranno, però, osservare alcune misure di sicurezza per evitare il diffondersi del contagio, prime tra tutte quelle che prevedono il distanziamento sociale e l’utilizzo di mascherine. In una lettera che nei giorni scorsi il vicario generale della diocesi, don Libero Zilia, ha inviato a tutti i parroci, sono contenute tutte le indicazioni che si dovranno osservare per lo svolgimento delle varie funzioni religiose. Con una precisazione: per il momento non sono consentite forme comunitarie di preghiera come la recita del rosario e l’adorazione eucaristica, così come le riunioni di gruppo nelle parrocchie o nelle abitazioni.
La lettera analizza tutti i vari aspetti. Si comincia con l’accesso ai luoghi di culto, che dovrà avvenire in modo da evitare ogni assembramento. Ogni fedele dovrà mantenere la distanza di un metro e mezzo dal suo vicino di banco. In ogni chiesi vi sarà un’affluenza limitata: non più di 200 persone che dovranno rimanere ferme ai loro posti durante la messa. La diocesi sconsiglia l’apertura di oratori e chiese di modeste dimensioni. Si dovranno anche prevedere appositi spazi per i disabili, da cui seguire le celebrazioni. L’accesso al tempio sarà regolato da personale apposito dotato dei dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti, che accompagnerà ciascuno al proprio posto e successivamente all’uscita, vigilando sul numero massimo di presenze consentite. L’ingresso avverrà da un unico ingresso (dove sarà disponibile il gel igienizzante per le mani), mentre l’uscita sarà favorita aprendo tutte le porte disponibili. È vietato assistere alla messa a chi ha 37,5 di febbre o presenta sintomi influenzali oppure è stato a contatto con un malato di Covid-19.
Rigide anche le regole da osservare durante le celebrazioni liturgiche. Per esempio, il sacerdote, protetto da guanti e mascherina, in base agli spazi, potrà scegliere se somministrare la comunione, dando la particola in mano ai fedeli, direttamente a coloro che sono seduti ai loro posti oppure a chi è in fila (distanziato un metro e mezzo uno dall’altro). Al momento non è previsto il rito dello scambio del segno di pace, così come è sospesa la raccolta delle offerte tra i banchi. Il protocollo sottoscritto da governo e Cei consente la celebrazione delle messe all’aperto, davanti ad un massimo di mille persone. Lo spazio deve essere delimitato in modo da ricavare corridoi di accesso e d’uscita. E va sempre assicurato il distanziamento di un metro e mezzo tra le persone. Per quanto riguarda alcuni sacramenti, la celebrazione di più battesimi insieme va evitata, così come vengono rinviate le cresime. I corsi pre-matrimoniali si possono tenere anche online, mentre durante il rito gli sposi devono far uso di igienizzante per le mani soprattutto quando si scambiano gli anelli.
Massima attenzione anche per l’unzione degli infermi e la confessione a domicilio: il sacerdote deve indossare sempre mascherina, guanti e camice idrorepellente. Le chiese e le sagrestie, arredi compresi, vanno sottoposti a trattamenti igienizzanti al termine di ogni celebrazione. Vanno anche disinfettati i vasi sacri, le ampolline e i microfoni, oltre alle superfici entrate in contatto con le persone.
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