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Mantova, countdown per il recupero dei palazzi di Borgonuovo

Il liquidatore delle Robinie e la Grindhouse pronti ad avviare i cantieri in due condomini fatiscenti: lavori durante l’estate per riqualificare una sessantina di appartamenti

Nicola Corradini
2 minuti di lettura

MANTOVA. Sarà un’estate di cantieri per il quartiere di Borgonuovo. Lavori che avranno il compito di recuperare due palazzi costruiti lo scorso decennio e, di fatto, mai utilizzati se non da inquilini abusivi. Per l’abitato simbolo del piano di recupero urbano di Borgochiesanuova risalente al 2002 (e delle sue promesse purtroppo mancate) si prospetta uno scenario di rilancio e di riqualificazione di quella parte di edilizia privata in stato di degrado.

Stiamo parlando dei condomini costruiti dalla impresa reggiana Unieco, passati poi di mano alla immobiliare Le Robine, oggi in liquidazione. Il liquidatore degli immobili, il livornese Leonardo Pagni, è impegnato in questi giorni, con i tecnici del suo staff, a valutare le proposte presentate da alcune imprese per rimettere in sesto il primo dei condomini da recuperare: stiamo parlando di 25 appartamenti che, a lavori conclusi, potranno finalmente essere messi sul mercato.

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«Siamo stati fermati, come tutto il comparto, dal lockdown dell’epidemia – ricorda il liquidatore – abbiamo dovuto spostare a sabato scorso, 16 maggio, il termine ultimo per la presentazione di proposte da parte delle imprese edili. Ne sono giunte diverse e ora stiamo valutando quale scegliere. Penso che nel giro di una o al massimo due settimane potremo affidare i lavori per il recupero di questo primo lotto di appartamenti».

Alloggi che poi verranno messi in vendita. Solo il primo passo, visto che ci sono altri due blocchi abitativi, con parecchie decine di appartamenti, da sistemare.

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Nel contempo, un altro operatore privato sta preparandosi a dare il via al recupero di un altro grosso condominio del quartiere – la cosiddetta Torre – anch’esso costruito da Unieco nell’ambito del piano del 2002: è la Grindhouse srl, che ha acquistato l’immobile dalle ex Robinie agli inizi di marzo. La Torre si trova in via Gaber, a poca distanza dagli altri edifici vuoti, e ospita 46 appartamenti, con altrettanti garage. Il piano è di recuperarli tutti e metterli sul mercato, verosimilmente in affitto.

Anche la Grindhouse (società che fa parte del gruppo comprendente la Sapiens, vale a dire l’agenzia del lavoro che aveva acquistato l’ex pastificio Zanellini) aveva dovuto rivedere i suoi piani a causa dello stop imposto da Covid 19, ma ora sta studiando le proposte progettuali arrivate nella sua sede per aprire il cantiere del recupero nel mese di luglio.

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«Ma abbiamo già iniziato le grandi pulizie dell’edificio – spiega Katja Acquaroli, presidente della Grindhouse – purtroppo negli anni, quegli appartamenti sono stati occupati abusivamente e sono necessari interventi importanti. Abbiamo già richiesto ad Enel di riallacciare l’impianto elettrico che sarà necessario per il cantiere».

La società ha già raccolto diversi preventivi per riqualificare le facciate interne ed esterne dell’edificio. Oltre ai danni provocati dagli abusivi, negli alloggi più alti sono entrati i piccioni con conseguenze immaginabili. —
 

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