Conclusi in due giorni i prelievi sierologici a 160 vigili del fuoco
Il medico: «Intervento rapidissimo: entro il 28 maggio l’intero quadro epidemiologico»
MANTOVA. Il medico ha usato una parola grossa: miracolo. Nulla di metafisico, ben inteso. Il riferimento va alla rapidità con cui si è concluso il monitoraggio sanitario relativo al Covid-19 di 160 operatori dei vigili del fuoco del comando provinciale di Mantova e dei distaccamenti di Viadana, Castiglione e Suzzara.
«Abbiamo fatto tutto in una saletta prelievi allestita al comando provinciale – spiega Francesco Saladino, medico incaricato dei comandi di Mantova, Milano, Como e Sondrio – l’alternativa sarebbe stata quella di inviare all’ospedale Poma tre vigili del fuoco ogni mattina per il prelievo. Ma ci pensa? Per concludere tutto ci sarebbero voluti due mesi, altro che due giorni».
A far funzionare con efficienza la macchina del monitoraggio Covid per i vigili del fuoco è stata, parola del dottor Saladino, «la concertazione al tavolo interforze della prefettura, dove tutti i soggetti interessati hanno potuto dialogare tra loro e trovare una soluzione efficace».
Due giorni per i prelievi, con il trasporto immediato dei campioni da analizzare al Poma; altri due giorni per analizzarli e avere l’esito. «Abbiamo deciso di fare tutto in casa per ottimizzare i tempi ed evitare inutili rischi sanitari ai nostri operatori; così entro giovedì dovremmo avere il quadro epidemiologico completo» promette Saladino.
Che succede se un vigile del fuoco dovesse risultare positivo al test sierologico? «Semplice, verrebbe subito sottoposto a tampone. Il test sierologico dice che la persona è entrata in contatto con il virus ma è il tampone che fotografa l’immediato, e cioè se la persona è ancora infettiva e in grado di contagiare altri».
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