«Covid? Io resto a studiare a Miami»
Ettore Masetti è un 24enne di San Giorgio Bigarello: lavora all’ospedale per perfezionare strumenti per la cura dell’occhio
Barbara RodellaSAN GIORGIO BIGARELLO. «Prendere il primo volo e tornare in Italia? Sinceramente non mi è mai passato per la mente».
Il coronavirus non ha fermato Ettore Masetti, 24 anni di San Giorgio Bigarello, che dal 27 gennaio sta vivendo un’esperienza alla University of Miami. Un percorso di sei mesi propedeutico alla tesi. Il giovane, dopo essersi diplomato al liceo scientifico all’istituto Fermi di Mantova e aver conseguito la laurea triennale in ingegneria elettronica a Modena, ora sta per concludere la magistrale sempre a Modena dove ha seguito il corso di laurea completamente in inglese.
«Manca solo la tesi - racconta Ettore - Per concludere il percorso ho preso al balzo l’opportunità di lavorare in laboratorio all’ospedale Bascom Palmer di Miami, la migliore clinica oculistica degli Stati Uniti. Il mio settore riguarda lo studio della strumentazione per la diagnosi e la chirurgia dei problemi visivi. Qui ingegneri e medici collaborano a stretto contatti. Gli ingegneri hanno il compito di studiare gli strumenti ad hoc per una chirurgia perfetta». Ieri Ettore, dopo due mesi di isolamento, è tornato per la prima volta in laboratorio.
«Ho potuto lavorare dal mio appartamento nello studentato dove ho portato la strumentazione per i test di aberrometria, ossia per capire quante diottrie mancano durante l’operazione agli occhi - racconta - Tornare a casa significava perdere un’opportunità importante per crescere. I miei genitori erano preoccupati ma qui il lockdown è stato differente rispetto all’Italia. I negozi erano chiusi e ci dicevano di rimanere a casa, ma era solo un consiglio. Si poteva uscire e non c’erano i controlli. Nello studentato siamo rimasti in 20 su 500 ragazzi. Molti miei amici sono tornati a casa, all’inizio mi sentivo isolato ma al contempo anche più sicuro. Mi sono concentrato sullo studio e sul lavoro e uscivo tutti i giorni per praticare sport per scaricare la tensione».
Il percorso a Miami doveva terminare in luglio, «ma ho prolungato l’esperienza fino ad agosto - racconta lo studente - Il livello accademico in Italia è buono, ma qui è molto più alto». E mentre il giovane prepara la sua tesi sui sistemi combinati per guidare la chirurgia intraoculare, l’università di Miami gli ha già proposto un dottorato nel campo dell’oftalmologia (ingegneria applicata alla cura dell’occhio).
«Valuterò la proposta in base alla situazione del Covid - spiega Ettore - Sicuramente proseguirò col dottorato in America o in un Paese europeo».
I commenti dei lettori