È allarme amianto nel cuore del Parco
Una vecchia barchessa è crollata. A coprire i ruderi ora c’è il tetto composto da lastre di eternit danneggiate
Nicola CorradiniMANTOVA. Allarme amianto. E nel cuore del Parco del Mincio, il polmone verde che attraversa buona parte della Provincia di Mantova. Non si tratta di una discarica abusiva, ma di un intero capannone crollato tempo fa in zona Casale, tra Goito e Sacca. Il tetto della ex barchessa era costituito, come la maggior parte dei capannoni agricoli e industriali costruiti fino agli inizi degli anni ’90, dalle tipiche lastre ondulate in eternit (il nome commerciale della miscela amianto-cemento armato utilizzatissima in passato nel settore edile).
La quantità di materiale è notevole e sembra improbabile che non vi siano lastre danneggiate dalla caduta oltre che dal tempo. A segnalare la presenza di questa quantità di materiale potenzialmente pericoloso (anche se occorrerà una formale analisi di laboratorio per confermare che si tratta di amianto) è un lettore passato di fianco alle rovine dello stabile nei giorni scorsi. L’uomo ha fotografato l’immobile. Ora questa immagine è in mano al Parco de l Mincio che ha inviato le proprie guardie ecologiche per un’ispezione. Il Parco inoltrerà la segnalazione al Comune di Goito, che per competenza territoriale, dovrà intervenire per intimare la bonifica al proprietario dell’immobile o procedere in proprio per poi richiedere il risarcimento per le spese sostenute.
Prima però occorrerà chiamare in causa l’Ats che ha un servizio di alta specializzazione sull’amianto, attivo dal 1992, anno della messa al bando in Italia di questo pericolosissimo materiale.
L’Ats è in grado di analizzare il materiale e in tempi rapidi di stabilire il grado di pericolosità, per la salute umana oltre che ambientale delle lastre. In parole povere, si tratta di misurare il livello di dispersione aerea delle fibre di amianto che, una volta inspirate anche in quantità modeste, possono provocare gravi patologie tumorali specifiche. Ma pericolosità dell’amianto, d’altronde, non è una novità e negli ultimi decenni (quasi trent’anni) le caccia all’amianto è stata decisamente serrata.
Nonostante ciò, e a testimonianza di quanto fosse stato impiegato questo materiale nella produzione industriale (dall’edilizia al settore meccanico e persino nei giocattoli), ancora oggi le coperture in eternit sono ancora molto diffuse. E considerando che non ne sono più state costruite dal 1992 (anno della legge che ha messo al bando l’utilizzo e la commercializzazione dell’amianto in Italia) , le strutture che sono sopravvissute alla caccia hanno parecchi decenni alle spalle. Insomma , sono vecchie e quindi è molto probabile che disperdano fibre nell’ambiente circostante.
Da un anno a questa parte, il Comune di Mantova ha svolto la mappature dei tetti in eternit attraverso l’uso di un drone e ha già emesso le prime ingiunzioni di bonifica ai proprietari di immobili. —
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