Morti per Covid nelle rsa mantovane, sequestri in nove strutture
I carabinieri tornano nelle case di riposo di Mantova, Castiglione delle Stiviere, Schivenoglia, Canneto sull’Oglio, Guidizzolo, Borgo Virgilio, San Benedetto Po e Serravalle. Nell'ambito dell'indagine sui decessi. Sul tavolo della Procura esposti e denunce dei familiari degli anziani.
Rossella CanadèMANTOVA. Sequestri in nove case di riposo mantovane. L’indagine della Procura di Mantova sui decessi nelle Rsa della provincia prosegue a pieno ritmo.
I carabinieri del Nas di Cremona con i militari del comando provinciale carabinieri di Mantova e personale della Guardia di finanza di Mantova, coordinati dalla procura, sono tornati in nove case di riposo, due a Mantova e le altre di sette Comuni ( Castiglione delle Stiviere, Schivenoglia, Canneto sull’Oglio, Guidizzolo, Borgo Virgilio, San Benedetto Po e Serravalle). Dopo i blitz di aprile, su ordine della Procura a cui erano state consegnate le relazioni, hanno fatto altre visite sequestrando documentazione sanitaria, amministrativa e contabile sulle strutture stesse e sugli ospiti deceduti nell’arco temporale dal 1 febbraio al 28 maggio 2020.
L’indagine ha l’obiettivo sia di far luce sulle morti nelle rsa causate dall’infezione da Covid-19, come accertato dai tamponi positivi effettuati sui malati, ma anche sull’impennata di decessi degli anziani con sintomi da febbre e polmonari. Morti quasi di seconda serie. Senza un perché.
Dimenticati, persino esclusi dalle statistiche sulla pandemia, solo perché non hanno avuto il privilegio del tampone poco prima di morire. Dubbi avanzati da molti parenti che hanno presentato esposti e denunce. Famiglie distrutte che non si rassegnano a non sapere cosa c’è dentro le pozzanghere lasciate dall’uragano coronavirus.
Il nodo centrale è capire cosa sia successo a fine febbraio: il ritardo nell’organizzare lo stato di emergenza sanitaria, nella distribuzione dei dispositivi di protezione potrebbe essere stato la causa dell’alto numero di decessi?
È questa la domanda attorno a cui hanno ruotato le indagini dei carabinieri. Che oltre agli accertamenti oculari e testimoniali, hanno acquisito appunto anche le cartelle cliniche non solo degli anziani deceduti, ma anche di tutti gli altri ospiti.
Prima di tutto bisogna verificare se il personale avesse i dispositivi di sicurezza adeguati, dalle mascherine ai guanti ai camici. Poi, appunto, come sono stati trattati eventuali casi di contagio fra i dipendenti delle strutture. Quindi se sono state prese tempestivamente tutte le misure di sicurezza una volta che sono comparsi casi sospetti di Covid-19.
Che ci sia stata una evidente inerzia in diverse strutture per anziani di tutta la provincia a organizzare zone rosse Covid, ad avvisare i parenti, a mettere gli operatori sanitari nelle condizioni di lavorare in sicurezza è un dato di fatto. È successo in alcune rsa del Mantovano come nel resto d’Italia.
«Nessuna malafede, solo la mancanza della reazione immediata che la virulenza del virus avrebbe richiesto» questa un’ipotesi che i magistrati stanno valutando con molta attenzione, come dimostra l'esigenza di acquisire altre carte. Se lo scoppio dell’epidemia in ogni struttura fosse collegabile con certezza alla carenza delle protezioni accertata negli ultimi dieci giorni di febbraio si configurerebbe il reato di epidemia colposa.
Se invece le morti si sono registrate dopo diverse settimane, oltre la porta dei 15 giorni, nessuna responsabilità potrà essere attribuita ai gestori. Gli investigatori stanno setacciando anche le carte dell’Inail, con le pratiche di assicurazione aperte negli ultimi due mesi legate al Covid- 19. Perché un altro snodo fondamentale nell’indagine riguarda il personale delle case di riposo: medici, infermieri, operatori sociosanitari e fisioterapisti. Fin dai primi accertamenti era emerso che in diverse Rsa si erano avute carenze di organico, fino al 50%: una situazione che ha ovviamente creato buchi nell'assistenza degli anziani.Su questo aspetto hanno puntato il dito sia gli esposti dei familiari che le segnalazioni di alcuni operatori.
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