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Per Mantova è arrivato il giorno dell’abbraccio a Emilia e Veneto

Si attenuano ulteriormente le misure anti-contagio: dal 3 giugno libertà di circolazione in entrata e uscita dalla Lombardia. Niente più barriere tra persone unite da legami o affetto

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MANTOVA. «A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Mantova e le relazioni sul confine: «Abbiamo il diritto di andare dai nostri affetti»]]

Così l’articolo 3 del decreto legge numero 33 del 16 maggio, quello che ha vietato fino al 2 giugno gli spostamenti, «con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».

Dunque, ci siamo. Stanno per cadere le barriere create tra regioni per limitare gli spostamenti e le possibilità di contagio. Barriere che nel Mantovano, una provincia che confina con altre regioni per buona parte del suo perimetro, avevano creato disagi e proteste. Da Ponti sul Mincio fino a Felonica, scende obliqua una linea che demarca la fine del Mantovano e della Lombardia, oltre c’è il Veneto; dalla stessa Felonica, invece, tornando indietro verso a Viadana, ecco la barriera con l’Emilia.

Chilometri di confine perlopiù immaginari, visto che le vite delle persone, specie nei paesi più prossimi alla linea, si sono sviluppate senza tenerne conto. E dunque ci sono fratelli, cognati, zii, nonni e nipoti, fidanzati, compagni o amanti, o semplici amici che vivono chi da questa parte, in Lombardia, chi da quell’altra, in Veneto o in Emilia. Gente che dai primi provvedimenti anti-Covid ha dovuto aspettare per rivedersi. Tre lunghi mesi.

In Lombardia non si è riusciti a replicare l’iniziativa di Emilia e Veneto, che hanno riaperto in anticipo al ricongiungimento dei parenti separati dal Po. Certo, la Lombardia è stato ed è l’epicentro italiano del Covid. Forse per questo il pressing dei sindaci dell’Oltrepò, sostenuti anche da altri, non è riuscito nell’intento di anticipare la data del 3 giugno, con il via a sconfinamenti per affetto limitati nei chilometri. Perché il paradosso lombardo-mantovano era questo: poter arrivare al confine con la Svizzera, fino all’inizio del Piemonte, e non nella frazione veneta o emiliana a un pugno di metri.

Per rendere evidente il paradosso, c’è anche chi si è inventato una cena di confine con la propria metà, proprio sotto il cartello. Ma ora, salvo dietrofront, sta tutto per finire.

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