La Regione: il Migliaretto resti aeroporto
Lettera al ministero per opporsi alla sdemanializzazione e al progetto del Comune. Palazzi: uno sgarbo alla città
Sandro MortariMANTOVA. «Un vero e proprio sgarbo alla città da parte della Regione». Così il sindaco Mattia Palazzi definisce la lettera, a firma dell’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi, che si è trovato sulla scrivania venerdì scorso. Leggendola, non credeva ai suoi occhi.
La Regione scriveva al ministero delle infrastrutture (e per conoscenza al Comune, a Enac e all’Agenzia del demanio) per chiedere di bloccare la procedura di sdemanializzazione del Migliaretto e manifestava il suo interesse «al trasferimento dell’aeroporto al proprio demanio», preannunciando la richiesta formale di «attivazione della procedura di trasferimento». Pertanto, era la conclusione, «si rappresenta la contrarietà di Regione Lombardia all’iter di sdemanializzazione» dell’area alle porte della città e, di conseguenza, all’interesse per essa manifestato dal Comune virgiliano.
Come dire, il Migliaretto dovrà rimanere così come è da 40 anni: un aeroporto solo sulla carta da cui non decollano e non atterranno aerei da tempo immemore, un’area chiusa ai mantovani. «Ma noi non lo permetteremo» promette il sindaco. Che su quei 279mila metri quadrati di area incolta e recintata vede un grande parco aperto a tutti, con lo stadio Martelli cuore di una futura cittadella dello sport. Il Pirellone non dice che cosa vorrebbe farne di quel terreno, ma il pensiero corre subito all’eliporto che dovrebbe sostituire quello dell’ospedale Poma non abilitato per i voli notturni.
Palazzi è su tutte le furie. «I mantovani – afferma – attendono da 40 anni che il Migliaretto torni alla città. La scelta della Regione, che nemmeno ha avuto la cortesia di chiamarci, è incomprensibile. Appare solo uno scelta politica e uno sgarbo verso i mantovani». Ad accendere ancor di più il clima politico in vista delle elezioni di autunno arriva la nota del centrodestra che plaude alla decisione del Pirellone. Presa di posizione che fa crescere nel sindaco il sospetto che dietro alla decisione della Regione vi sia una manovra politica: «Come mai la Regione in 40 anni non ha mai mostrato interesse per quell’area e lo fa adesso, a due mesi dal voto? Voglio capire chi sta spingendo per danneggiare la città» dice, adombrando manovre e pressioni da Mantova.
Il primo cittadino non demorde: «La sdemanializzazione del Migliaretto deve andare avanti e cosa farci in quell’area lo decidono i mantovani, non si decide a Milano. La Regione dica chiaramente ai mantovani se vuole farci l’eliporto, con che soldi e quando. Noi abbiamo già detto che vogliamo farci uno dei più grandi parchi urbani europei, con servizi per lo sport e percorsi per i cittadini. Un immenso polmone verde per la città».
Palazzi ha già scritto a Terzi ribadendo la volontà del Comune; domani farà altrettanto con il governo per cercare la sponda decisiva. E se non bastassero questi passaggi, «raccoglieremo subito migliaia di firme tra i mantovani per dire alla Regione che non può bloccare un traguardo da sempre atteso e che l’area deve essere data a noi». Giù le mani, dunque, dal Migliaretto: «Chiedo a Fontana di ritirare la decisione e di aiutare il Comune invece di comportarsi in modo centralista, mettendosi di traverso senza alcun motivo».
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