MANTOVA. Anche Tommaso Tonelli lascia il Movimento 5 Stelle provocando la sua sparizione dal consiglio comunale. Era l’ultimo rappresentante in aula dei grillini dopo che se ne era andato Annaloro. Lui era rimasto, ma i rapporti con il resto del partito si erano fatti sempre più tesi, nella vana attesa di un chiarimento col capo politico Crimi che non è mai arrivato, «nonostante le promesse di una telefonata diretta».
Tonelli non va nel gruppo misto, ma fa di più: resta al suo posto e cambia nome al gruppo, da Cinque Stelle a Indipendente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le rivelazioni della Costani, «mai smentite da nessuno» sottolinea Tonelli, secondo cui Zolezzi e Fiasconaro di M5S avrebbero ripulito il gruppo dalle forze distruttive di destra. Non solo.
«Mi è stato riferito che vi sarebbe stata una vera e propria trattativa sotterranea con la Costani, che è sfociata in una riunione a distanza il 16 maggio, a cui hanno partecipato quattro soggetti riconducibili al M5S e alla quale né il candidato sindaco designato nella votazione interna Marco Ferrari (l’unico che avrebbe titolo per promuovere alleanze), né il sottoscritto quale capogruppo in consiglio sono stati invitati o informati e della quale, a tutt’oggi, non è mai stata data notizia.
Non intendo più rappresentare istituzionalmente un Movimento che non lo merita, nemmeno a livello locale perché costituito da personaggi che dietro a nebulosi discorsi sulla trasparenza e l’onestà, dimostrano di essere l’esempio della peggior vecchia politica, fatta di correnti interne e accordi sotterranei e sottaciuti. La misura è colma - aggiunge - il Movimento è ostaggio di alcuni che si ergono a capi locali non avendone né titolo, né le capacità, visto lo stato ormai comatoso del Movimento nel Mantovano, diviso in fazioni l’una contro l’altra».