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«Le ossa non sono del cimitero ebraico». Il cantiere per la scuola può proseguire

Sopralluogo della sovrintendenza con i rabbini ultra ortodossi: presto renderemo noto il nostro studio sull’area

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Presto renderemo nota una relazione molto approfondita che metterà fine alle polemiche». Il sovrintendente Gabriele Barucca si riferisce alla vicenda del ritrovamento di ossa umane nel cantiere dell’ex ceramica, a Fiera Catena, dove il Comune sta realizzando la nuova scuola.

Lì, in una porzione di terreno che una volta era di proprietà dell’Università degli ebrei, gli scavi hanno fatto riemergere resti di vecchie sepolture. Vista la zona (poco distante c’è l’antico cimitero ebraico della città, un’ampia fetta che occupa buona parte dell’area su cui sorgono i capannoni di Mantova hub, a San Nicolò, in via di ristrutturazione da parte del Comune, oltre il muro di via Argine Maestro), si è pensato subito a scheletri di ebrei. Circostanza che ha fatto alzare la temperatura politica in Via Roma considerate le recenti polemiche scatenatesi tra opposizione e maggioranza sulla salvaguardia o meno di quel luogo di sepoltura.

«Stiamo facendo una valutazione di alto profilo scientifico su quei ritrovamenti - dice Barucca – ma siamo già in grado di dire che quelle ossa nulla c’entrano col cimitero ebraico». Gli scheletri sono stati trovati, infatti, nell’area tra l’ex ceramica e via Santa Marta, «fuori dall’antico cimitero», ritiene la sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio.

Una delegazione della comunità israelitica ultra ortodossa proveniente da Londra, che rivendica la proprietà dell’area cimiteriale e chiede che i lavori in corso siano bloccati, è venuta a Mantova di recente: «Insieme – racconta Barucca – abbiamo fatto un sopralluogo sull’area dove sono stati trovati i resti umani e l’abbiamo informata degli esiti dei nostri studi. Presto le faremo avere la nostra relazione attraverso il Comune. Se la comunità vorrà potrà confutarla, ma con un altro studio altrettanto approfondito».

Per la sovrintendenza quelle ossa sono state ritrovate in una fossa comune e potrebbero avere a che fare con un’epidemia scoppiata secoli fa (la datazione precisa farà parte dello studio preannunciato). Il cantiere per la nuova scuola va avanti («anzi, stiamo accelerando» assicura l’assessore Martinelli), anche se la parte della fossa comune è stata dichiarata off-limits: le ossa continueranno a restare lì fino a quando non sarà del tutto chiarita la disputa con gli ebrei ultra ortodossi.

Da quelle zolle di terra vicine all’ex ceramica, intanto, sono emerse altre vestigia del passato. D’altronde, quell’area nei secoli è tutta una stratificazione di insediamenti, dalla chiesa paleocristiana che ricorda il martirio di san Longino al cimitero ebraico, dalle testimonianza delle occupazioni asburgiche e napoleoniche fino al lager nazi-fascista. «Abbiamo ritrovato delle ceramiche molto interessanti risalenti alla fine del ’400 e sino ai primi del ’600 – annuncia il sovrintendente –. Sono pezzi quasi integri che faremo restaurare. Sono ritrovamenti importanti che accrescono le conoscenze del periodo. Siamo molto contenti di questa scoperta: è un modo per conoscere meglio la storia molto complessa e lunga di una parte importante della città».
 

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