Schiamazzi in via Cavour, il titolare del locale: «Mi scuso con i vicini ma difendo il mio lavoro»
Mantova, l'indice dei residenti puntato contro la Taverna dei Cento: «Confrontiamoci di persona, io faccio di tutto per non rompere le scatole alla comunità e cerco anche di darle un servizio»
MANTOVA. «Mi dispiace aver arrecato disturbo al mio vicino. Non volevo. Ma mi dispiace anche che non sia venuto da me a parlarne, per chiarirci, prima di andare sulla Gazzetta: mi sarei scusato e gli avrei detto che faccio tutto il possibile per evitare problemi agli altri».
Boris Sasdelli, titolare della Taverna del Cento in via Cavour nel mirino da tempo per gli schiamazzi di alcuni clienti di notte, recita il mea culpa ma difende il suo lavoro. «È vero che sono aperto sino a tarda ora, ma per mantenere l’ordine ed evitare assembramenti pago due guardie. Oltretutto vado spesso a parlare con la polizia locale perché cerco di collaborare per offrire un buon servizio. Faccio il possibile per tenere calmi i clienti, ma poi parlano e a volte succede che urlino. Mi spiace molto se do fastidio a qualche vicino e per questo mi scuso».
Non solo. Sasdelli a spese sue controlla anche aree che non sono di sua competenza: «Per esempio, una volta ho fatto intervenire i ragazzi all’incrocio con via Broletto, davanti a Pavesi, per evitare che una discussione sfociasse in rissa. Se tutti locali di Mantova facessero quello che faccio io si lavorerebbe tutti meglio, comprese le forze dell’ordine, che già fanno un lavoro faticoso e con cui collaboro sempre».
Il titolare respinge l’ accusa di essere sempre lui all’origine di risse o problemi con la clientela che sfociano in schiamazzi: «Quando sbaglio mi prendo le mie responsabilità, come è successo quando non sono riuscito a regolare l’ingresso di 20 persone nel mio locale prima del lockdown: ma quella volta che mi avevano accusato di aver litigato con un cliente non era vero: sono stato io a rifiutarmi di dar da bere ad un uomo, in compagnia di una bambina, che già aveva bevuto troppo, e sono stato sempre io a chiamare la polizia». Insomma, «io faccio di tutto per non rompere le scatole alla comunità e cerco di darle un servizio».
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