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Due anni di viaggio e 100 giorni di quarantena: Diana e Marco hanno riabbracciato i loro cari

I due giovani, di Buscoldo lei, di Ferrara lui, erano rimasti bloccati in Patagonia dopo aver concluso l’impresa di percorrere le due Americhe

Daniela Marchi
2 minuti di lettura

Due anni di viaggio e 100 giorni di quarantena: l'avventura di Diana e Marco

MANTOVA. Dopo 760 giorni ininterrotti in giro per il mondo, Diana e Marco sono tornati a casa. Un’avventura nell’avventura complicata dall’emergenza sanitaria mondiale, dai cento giorni di quarantena in Argentina e dai voli contingentati.

Diana Barbieri, 34 anni, di Buscoldo e il fidanzato Marco Dominici, 32 anni, di Massa Fiscaglia di Ferrara, hanno concluso la loro impresa: l’attraversamento delle Americhe in camper, dal punto più a nord, in Alaska, a quello più a sud a Ushuaia in Patagonia.

Sono rimasti bloccati al sud della Patagonia proprio all’inizio della pandemia. Anche l’Argentina, che ha avuto meno contagi di altri stati sudamericani grazie proprio a rigide norme restrittive, ha comunque imposto il lockdown a tutti coloro che si trovassero sul proprio suolo. Diana e Marco hanno trascorso così tre mesi chiusi nel loro camper, in un campo sportivo alle porte di una cittadina sperduta. «Impossibilitati a partire, perché c’erano pochissimi voli per l’Italia e acquistare i biglietti era difficilissimo». Pochi giorni fa, finalmente ce l’hanno fatta. Ma con non poche peripezie.

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«Data la scarsità di voli per l'Italia, assolutamente non appropriata al numero di connazionali in attesa di un rimpatrio, molti stanno rientrando con voli su Madrid, Amsterdam e Zurigo, e da lì prendono poi aerei in connessione. Noi siamo rientrati da Zurigo, un'epopea di 40 ore di viaggio che ha previsto 6 ore di taxi per raggiungere l'aeroporto di Buenos Aires, 13 ore di volo per la Svizzera, più 2 treni per arrivare fino a Chiasso - va avanti Diana - Da lì, taxi fino a Como (noi rimpatriati non possiamo prendere mezzi pubblici), poi auto a noleggio fino a Bologna aeroporto dove i genitori di Marco ci hanno fatto trovare un'altra auto» racconta Diana.

Ma la quarantena non è ancora finita. Per chi rientra dall’estero è necessario un altro periodo di isolamento. «Ci siamo “quarantenati” per 14 giorni in un appartamento della famiglia di Marco a Porto Garibaldi, in attesa di poter riabbracciare i nostri cari».

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«Finiti i 14 giorni abbiamo potuto finalmente rivedere i miei genitori, dopo aver compiuto 101 giorni di quarantena in totale e 760 di viaggio». Dopo tante emozioni in giro per il mondo, poteva mancare l’effetto sorpresa? Diana non ha detto ai suoi genitori quando sarebbe tornata, perché avrebbe comunque dovuto stare lontana da loro per due settimane. «Ho voluto proprio godermi il momento e pochi giorni fa, senza alcun preavviso, mi sono presentata a Buscoldo... dopo due anni».

I due ragazzi stanno bene, si sono anche sottoposti a test sierologico, risultato negativo, e ora si godono un po’ di agi in famiglia.

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Continuando però a tenere informati i loro follower su tutto ciò che accade loro. Sì perché la loro mission impossible è stata ampiamente documentata su tutti i canali social attraverso il loro dominio Close to eternity (Youtube, Facebook, Instagram). Influencer, o come precisa Diana, microinfluencer da ventimila follower. Fotografi, documentaristi, blogger con l’ambizione di trasformare una passione in un lavoro stabile. «Mentre viaggiamo, comunque, ci manteniamo qua e là con piccoli lavori, bar tender, vendita di oggetti sui mercatini e gli stessi video su Youtube». Prossimi progetti? «A breve incontri con i nostri follower e nel 2021, sperando di aver superato la pandemia, torneremo in Sudamerica a riprenderci il camper lasciato in custodia a un’amica in Argentina e continuare a visitare il continente, che non abbiamo avuto modo di vedere per esteso».


 

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