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Stalking e diffamazione: Buzzago condannata, assolto invece il marito

La corte d'appello di Brescia ha confermato la sentenza di primo grado all'ex maestra che ha bersagliato di false accuse per mesi il sindaco Palazzi e il capogruppo di Fi Baschieri

Gol
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MANTOVA. La corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna inflitta in primo grado a Lorena Buzzago, l’ex maestra che per mesi ha diffamato e bersagliato con false accuse e comportamenti persecutori il sindaco Mattia Palazzi e il consigliere comunale Pierluigi Baschieri, fino alla divulgazione del libro clandestino “Cinquanta e più sfumature di giallo”. Confermati quindi i due anni di reclusione, senza sospensione condizionale della pena, che lei invece aveva chiesto.

Assolto il marito Fabrizio Ferrari che era stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione con pena sospesa. La corte d’appello ha inoltre messo mano al risarcimento dovuto al consigliere comunale Pierluigi Baschieri. Il suo avvocato Cristian Pasolini ha chiesto e ottenuto quattromila euro in più e quindi il conto da pagare per la Buzzago passa da sei a diecimila euro. Nessuna modifica invece per ciò che riguarda il sindaco Mattia Palazzi.

Tutto è cominciato con la vicenda della chat a luci rosse, poi risultata inventata, tra Elisa Nizzoli, vicepresidente dell’associazione culturale Mantua me genuit e il sindaco Mattia Palazzi. Poi la Nizzoli ritratta tutto, confessa di aver manomesso i messaggi e la procura archivia la posizione di Palazzi. Un dietrofront che la Buzzago, amica della Nizzoli, non digerisce. Dichiara guerra al sindaco.

Dopo aver più volte accusato, anche pubblicamente, l’amministrazione di irregolarità, imbraccia la lancia dell’accusa. In un post su Facebook sostiene di essere stata molestata dal sindaco nel suo ufficio. Ma il giudice archivia le sue accuse di molestie. E Palazzi la querela. Colpita da un provvedimento disciplinare, viene sospesa e licenziata dal Comune per aver diffamato il sindaco. Questo non la ferma. Non obbedisce all’ammonimento per stalking e atti persecutori del questore che le vieta di avvicinarsi ai suoi obiettivi, Palazzi e Baschieri. E prosegue la sua crociata sui social. Fino alle condanne. 

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