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Super lavoro Caritas: in due mesi assistite oltre 230 famiglie

La coordinatrice Margini: c’è stato poco tempo per l’ascolto. Sospesa l’attività di raccolta di abiti usati: sono troppi

RICCARDO NEGRI
1 minuto di lettura

VIADANA . Durante il periodo più critico dell’emergenza sanitaria, negli scorsi mesi di marzo e aprile, la Caritas viadanese ha assistito complessivamente 232 famiglie, in media di quattro componenti ciascuna. Sulle quasi 120 famiglie assistite al mese, una trentina erano prima completamente sconosciute: oltre cento cittadini che si sono trovati da un momento all’altro in grave difficoltà a causa della sospensione o perdita del lavoro. Lavoratori in nero, donne delle pulizie: a tutti i volontari Caritas hanno consegnato un pacco di generi alimentari al mese, oltre a prodotti per l’igiene e per la casa e altri beni .

«Ci è mancato però – nota con rammarico la coordinatrice Annamaria Margini – quello che riteniamo l’aspetto qualificante del nostro servizio: la possibilità di dedicare tempo alle persone per ascoltarle, per sentire come andava, per abbracciarsi quando non c’erano risposte». Un effetto, naturalmente, delle regole di distanziamento sociale. A causa della pandemia, la sede Caritas nella la Casa dei talenti era stata chiusa al pubblico a fine febbraio. «Nonostante l’età non più giovane (il grosso del gruppo è costituito da ultra 60enni; ndr), siamo comunque riusciti a restare operativi. L’abbiamo fatto per servire le persone, in silenzio, nello spirito Caritas».

I volontari si sono impegnati soprattutto a raccogliere le richieste e a preparare i pacchi, per poi consegnarli alla protezione civile Oglio-Po per il recapito. In quei mesi non era stato possibile raccogliere prodotti alimentari grazie alle donazioni dei fedeli nelle chiese, essendo le messe sospese. «Ma dobbiamo ringraziare i tanti cittadini che ci hanno fatto offerte attraverso il conto corrente, o gli esercizi commerciali e le aziende agricole che hanno donato le eccedenze. Una rete di solidarietà commovente. Un grazie anche al parroco don Antonio Censori, che ha coordinato richieste e disponibilità». A fine maggio la Casa dei talenti è stata riaperta al pubblico: si riceve su appuntamento, per evitare assembramenti e favorire il rispetto delle distanze. È sospesa però l’attività di raccolta abiti usati: ne sono arrivati troppi e non c’è più spazio dove stoccarli. —

 

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