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Esondazione dell'Enza, tre funzionari dell’Aipo indagati per esondazione colposa

Stando agli elementi raccolti dai carabinieri forestali, la causa del disastro non fu un evento meteorologico eccezionale: secondo gli inquirenti, le casse di espansione di Montecchio e Montechiarugolo non funzionarono adeguatamente e non trattennero acqua, come avrebbero dovuto, a causa della scarsa manutenzione;

R.N.
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VIADANA. Alluvione di Lentigione: conclusa la fase preliminare dell’inchiesta, la Procura di Reggio Emilia ha notificato a tre persone un avviso di garanzia con l’accusa di esondazione colposa. Si tratta di tre funzionari Aipo (due dirigenti e un dipendente dell’Agenzia interregionale per il fiume Po), che ora avranno tempo per depositare le loro memorie, prima che il sostituto procuratore Giacomo Forte decida se chiedere il rinvio a giudizio. Stando agli elementi raccolti dai carabinieri forestali, la causa del disastro non fu un evento meteorologico eccezionale: secondo gli inquirenti, le casse di espansione di Montecchio e Montechiarugolo non funzionarono adeguatamente e non trattennero acqua, come avrebbero dovuto, a causa della scarsa manutenzione; mentre lungo l’argine nei pressi di Lentigione c’era un dislivello di una cinquantina di centimetri in un tratto lungo almeno cinquanta metri. Carenze nel passaggio di informazioni tra enti avrebbero impedito inoltre di prendere per tempo provvedimenti come il posizionamento di sacchetti di sabbia e l’evacuazione dell’abitato.

Fu proprio in corrispondenza di quella “corda molle” lungo la sommità arginale che le acque del fiume Enza, alle 5.30 del 12 dicembre 2017, sormontarono e poi ruppero il manufatto, finendo per sommergere la frazione di Brescello (a una decina di chilometri da Viadana).

Gli sfollati furono oltre mille, e i danni ad abitazioni, aziende e infrastrutture ammontarono a diversi milioni di euro. Un anziano cittadino perse la vita a causa di un malore mentre tentava di ripulire l’abitazione spalando via il fango. Settantanove famiglie si sono da tempo riunite in un comitato, e verosimilmente si costituiranno parte civile in un eventuale processo. Le ripercussioni e i disagi furono pesanti anche nel Viadanese: i collegamenti diretti con Parma rimasero infatti praticamente interrotti per giorni. Ma Viadana fu in prima linea anche nella solidarietà, avviando raccolte di abiti e coperte per gli sfollati, accolti in alcune palestre della Bassa reggiana.
 

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