Inchiesta sui fondi Covid a Cremona: perquisizioni della Finanza a Castiglione delle Stiviere
Nel mirino una ditta di sanificazione e il suo titolare. Per gli inquirenti c’è il sospetto che le operazioni non siano mai state eseguite
Francesco RomaniCASTIGLIONE DELLE STIVIERE. La sua ditta, la Nineteen H2O, è finita nel mirino degli inquirenti cremonesi per delle sanificazioni pagate, ma delle quali non si trova traccia. Per questo gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona hanno eseguito perquisizioni domiciliari nella sede della ditta, a Milano, ma anche a casa del legale rappresentante, Davide Fornasini. Il 54enne, nato a Castel Goffredo, ora risiede a Castiglione, dove le Fiamme Gialle sono venuti a cercare le prove dell’eventuale avvenuta operazione di sanificazione.
Tutto nasce dall’inchiesta che vede nell’occhio del ciclone la associazione Uniti per la Provincia di Cremona. Una iniziativa nata nel marzo scorso per raccogliere fondi a fini benefici durante la pandemia Covid e dalla quale sarebbero stati distratti ingenti fondi. La Procura della Repubblica ha indagato a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’autoriciclaggio e all’appropriazione indebita tre persone, Renato Crotti, Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti, ritenendo abbiano operato per distrarre fondi della Associazione a loro profitto.
Nel corso delle indagini sulla Onlus sono emerse anche cinque fatture emesse da Mazzetti e che la Onlus ha pagato su un conto corrente bulgaro intestato allo stesso Mazzetti per un totale di 71.980 euro. La giustificazione della spesa è «Attività concordata di sanificazione e disinfestazione ambientale locali ed edifici» relativo alla sede della Onlus, il Centro di spiritualità di Crema. La sanificazione, secondo la documentazione sequestrata, sarebbe stata effettuata dalla Nineteen H2O in quattro riprese: il 4 marzo, il 10 aprile, il 6 maggio ed il 12 giugno. Ma basta una visura camerale per rendersi conto che la ditta è stata creata con mille euro di capitale sociale l’8 aprile, quindi dopo la prima presunta sanificazione. Inoltre Fornasini, che aveva una azienda a Ceresara, oggi chiusa, risulterebbe non avere presentato dichiarazioni dei redditi dal 2012. Una “trasparenza” al fisco che ha insospettito gli inquirenti che vogliono vedere chiaro sulle sue attività.
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