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Bovini, calano i prezzi. Ed è protesta sui listini

È crisi profonda per le carni bovine, ma a vedere i listini delle borse merci non sembrerebbe. A dirlo sono i commissari della borsa merci di Mantova, di espressione Confagricoltura, Gianni Ottoni e Stefano Bignotti, che mercoledì, a fronte della richiesta dei compratori di mantenere nuovamente invariati i listini del bestiame, hanno deciso, unici commissari di parte allevatoriale, di non firmare alcun prezzo

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MANTOVA. Covid-19 ha colpito anche il settore delle carni. È crisi profonda per le carni bovine, ma a vedere i listini delle borse merci non sembrerebbe. A dirlo sono i commissari della borsa merci di Mantova, di espressione Confagricoltura, Gianni Ottoni e Stefano Bignotti, che mercoledì, a fronte della richiesta dei compratori di mantenere nuovamente invariati i listini del bestiame, hanno deciso, unici commissari di parte allevatoriale, di non firmare alcun prezzo. «Una presa di posizione forte ma inevitabile – sostiene Ottoni, allevatore di Asola, perché la realtà di ogni giorno vede prezzi alla produzione pagati dai macellatori per talune razze decisamente inferiori, anche del 7-8%, rispetto a quelli fissati dai listini ufficiali».

Una situazione di grave crisi del settore, quindi, «basti pensare – sostiene Stefano Bignotti di Rodigo – che, rispetto al periodo pre Covid, oggi si registra una perdita per ogni vitellone di razza Charolaise di circa 200 euro. Allevare in queste condizioni – sostiene l’allevatore – significa chiudere. Ecco perché i prezzi dei listini, non solo di Mantova, non rispecchiano la realtà economica attuale. Proseguire su questa strada significa dare un’impressione che il settore goda di buona salute, quando invece le aziende sono in grave difficoltà». Dello stesso parere anche Elide Stancari, presidente dei produttori di bovini da carne di Confagricoltura Mantova e nazionale.


 

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