La Haemotronic di Carbonara vuole crescere: da lunedì 31 agosto altre assunzioni
L’azienda biomedicale ha ricevuto una maxi-commessa da una multinazionale. Presentato un progetto di ampliamento: 4mila metri quadri per il magazzino
Francesco RomaniBORGOCARBONARA. Cresce ancora la Haemotronic, azienda biomedicale di proprietà del gruppo Ravizza che nello stabilimento di via Roncada produce sacche per infusione e per flebo ospedaliere. Una notevole commessa di un gruppo multinazionale ha spinto la proprietà a presentare un progetto di ampliamento dell’opificio che acquisterà ulteriori 4mila metri quadri da destinare in gran parte a magazzino.
Si tratta di un’area attualmente occupata da strutture provvisorie concesse dopo il terremoto del 2012 e nelle quali si è concentrata parte dello stesso magazzino dei prodotti. Al loro posto sorgerà una struttura fissa in prefabbricato cementizio. La richiesta è già stata inoltrata allo Sportello unico del Comune.
«Abbiamo notevoli richieste dal mercato - conferma Luigi Lonardi, referente dell’azienda a Borgocarbonara -. Per fare fronte a questo, abbiamo deciso da una lato una serie di assunzioni, dall’altro l’allargamento dello stabilimento di produzione».
Attualmente la Haemotronic dà lavoro a circa 160 dipendenti a Borgocarbonara e 220 nella sede principale di Mirandola, nel Modenese. L’ultima tranche di assunzioni scatterà lunedì 31 agosto, anche se in futuro la dinamica azienda non esclude possibili nuovi ampliamenti di organico in base all’andamento dlele richieste di mercato che negli ultimi tempi è sempre stata in crescita.
L’incremento della domanda non è direttamente legata all’emergenza coronavirus, ma la maggiore ospedalizzazione nei mesi scorsi dovuta alla pandemia ha fatto crescere la richiesta di prodotti biomedicali in genere. Secondo i dati di Confindustria relativi al 2017 il settore dei dispositivi medici in Italia genera un mercato che vale 16,5 miliardi di euro tra export e mercato interno e conta circa 4mila aziende, che occupano 76.400 dipendenti. Due terzi del mercato interno sono assorbiti dal Servizio sanitario nazionale.
Dalla Bassa Modenese giunge un messaggio di speranza per il futuro economico del distretto. «Le aziende a Mirandola e nella zona sono state duramente colpite dal terremoto del 2012 - prosegue Lonardi - ma si sono rialzate. Il nostro gruppo ha investito qualcosa come 50 milioni per la ripartenza e la ricostruzione delle aziende. Qui a Carbonara i danni subiti sono stati inferiori e per questo abbiamo potuto lavorare in questi anni come polmone della produzione modenese. Ancora oggi abbiamo interscambi notevoli dovuti alla strozzatura delle infrastrutture, che qui nel basso mantovano, non sono in grado di supportare grandi volumi di traffico. Per questo ancora oggi qui facciamo assemblaggi di prodotti che poi vengono inviati a Mirandola per essere spediti».
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