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Mantova, autisti sotto pressione: dovranno far scendere i passeggeri in eccesso

E i genitori protestano ancora per i rimborsi: mamma beffata sulla linea bresciana

Igor Cipollina
2 minuti di lettura

MANTOVA. Il cerino? Rischia di restare in mano agli autisti Apam, ed è un cerino che brucia come una torcia. Toccherà infatti ai conducenti gestire e governare il carico a bordo. Tradotto: se si accorgesse che il numero supera il limite consentito (l’80% dei posti), l’autista dovrebbe invitare i passeggeri in eccesso a scendere. Rifiutandosi di partire finché la situazione non si risolve. Una grana in più.

«È vero, normalmente la gestione di un pullman spetta agli autisti – concede il segretario della Filt Cgil, Enzo Garaboldi – ma adesso, con la questione Covid, diventa più complicato occuparsene. Noi avevamo già espresso le nostre perplessità appena è scoppiata l’emergenza, a marzo, rinnovando le richieste a giugno. Avremmo voluto sederci attorno a un tavolo con le amministrazioni coinvolte, l’Agenzia per il trasporto pubblico locale e Apam. E invece ci ritroviamo a questo punto». Appesi all’incognita del nuovo anno scolastico, al via oggi (14 settembre): potrebbe filare tutto liscio, ed è ciò che ci si augura, come potrebbe esserci qualche intoppo. «Come l’avremmo risolta? Prevedendo un supporto alle fermate, per gestire i flussi in salita – risponde Garaboldi – Dei controllori, oppure degli agenti della polizia locale. In ogni caso, non si può scaricare ogni responsabilità sull’autista».

Intanto non si spengono le proteste dei genitori per le modalità di rimborso degli abbonamenti congelati durante il lockdown: la maggior parte delle lamentele riguarda la disparità di trattamento rispetto alle aziende di trasporto pubblico dell’Emilia Romagna. Obiezione alle quali l’amministratore delegato di Apam, Claudio Garatti, aveva già replicato sulla Gazzetta: la disparità riflette lo stanziamento delle rispettive Regioni. L’Emilia ci ha messo più soldi. Altri genitori contestano che, per spalmare il rimborso su sei abbonamenti mensili, devono presentarsi all’infopoint di piazza Cavallotti: a conti fatti, tra benzina e parcheggio, per chi viene da fuori città si vanifica il risparmio. Apam, dal canto suo, si è impegnata a studiare soluzioni per permettere il rinnovo online dalla seconda mensilità .

E poi c’è il caso segnalato dalla mamma di due studenti pendolari sulla linea Carpenedolo-Montichiari, che avrebbe voluto sfruttare le nuove modalità di rimborso introdotte da Apam: trasferibilità del voucher per gli studenti ormai diplomati, e, appunto, rimborso frazionabile sull’acquisto di sei abbonamenti mensili. Oltre a uno sconto aggiuntivo sull’annuale. «La tratta su cui viaggiano i suoi figli viene gestita operativamente da Apam, ma da un punto di vista della gestione, fa parte del Consorzio Trasporti Brescia Sud, il cui gestore capofila è il gruppo Arriva – la risposta di Apam – pertanto il rimborso relativo al mancato utilizzo durante il lockdown deve essere richiesto attraverso le modalità previste dal gruppo Arriva». Modalità che obbligano a presentarsi nella sede Apam di Brescia, in via Solferino. Proprio dove la mamma in questione aveva acquistato gli abbonamenti.

La fregatura? Il gruppo Arriva non ha previsto le agevolazioni aggiuntive di cui sopra. La beffa? Il genitore di uno studente pendolare sulla stessa linea ha potuto beneficiare delle agevolazioni soltanto perché aveva acquistato l’abbonamento in una tabaccheria di Asola. Così riferisce la mamma amareggiata dalla risposta ricevuta: «Resta il fatto che la partita Iva indicata sugli abbonamenti dei nostri figli è quella dell’Apam». La signora annuncia battaglia (legale): «Il nostro diritto al rimborso è sancito dalla legge. Il governo ha istituito un fondo di 500 milioni, destinato anche alla copertura dei voucher». 

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