La Cisl denuncia: Apam discrimina i lavoratori che sono nostri iscritti
Eleonora TrentiniMANTOVA. Sono tante le situazioni pregresse riguardanti il trasporto pubblico in provincia che Cisl ha denunciato ieri mattina durante una conferenza stampa tenuta nella sede di via Torelli. «Noi chiediamo ad Apam come fa ad esistere, come ha fatto ad esistere in passato e come esisterà in futuro – inizia a spiegare Emmanuele Monti, segretario Fit Cisl del presidio di Mantova – Per cominciare, l’azienda da alcuni anni fornisce una serie di dichiarazioni riguardo i propri depositi in provincia che noi riteniamo non regolari. Il motivo è semplice: non hanno una certificazione. Quando hanno partecipato alle gare, l’Apam ha dichiarato appalti che in sostanza non ci sono, o meglio, che sono solo dei normali punti di appoggio, non vere e proprie residenze. Abbiamo già sollecitato l’azienda a darci risposte, ma queste sono state sempre estremamente evasive».
I problemi esposti da Monti non finiscono qui: «Dal 2007 è presente un’informativa antimafia che è stata presentata a Comune e Provincia (in quanto Apam è azienda privata a capitale pubblico) che avrebbe dovuto far procedere a un commissariamento, il quale però non è mai arrivato. Pare, addirittura, che questi documenti siano andati perduti. Sono situazioni estremamente gravi che non comprendiamo e per cui stiamo chiedendo risposta. Purtroppo – conclude il segretario – abbiamo visto che tutto questo si sta ripercuotendo nei confronti dei lavoratori: chi è iscritto alla Cisl sta subendo la situazione. L’azienda a noi sindacalisti non risponde, o risponde in modo evasivo, e non fa altro che rifarsi sui lavoratori».
Monti porta testimonianza di alcuni casi pratici avvenuti non molto tempo fa. «Una nostra tesserata è stata aggredita durante il servizio. Apam si è rifiutata di fornire assistenza legale e si è rifiutata di presentarsi come parte civile, visto che è stato aperto un fascicolo dalla procura. Inoltre, c’è un caso di mancata assunzione di un lavoratore che ha già prestato servizio per tre anni, senza vere e proprie motivazioni, in un momento in cui Apam ha bisogno di autisti. O, per finire, casi dove i lavoratori con particolari problemi fisici non vengono tutelati, a cui si fanno fare turni lunghi senza tener conto delle loro patologie». —
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