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Elezioni Mantova 2020, Palazzi guarda già al futuro: «Riportare in centro gli uffici»

Il sindaco uscente si ricandida con il centrosinistra per completare i progetti: «Abbiamo rimesso in moto una città sfiduciata. Mantova ha cambiato volto»

Igor Cipollina
2 minuti di lettura

Rispetto a cinque anni fa si presenta con i capelli bianchi: «Segno dell’intenso lavoro svolto» dice Mattia Palazzi, sindaco uscente in corsa per il secondo mandato, sostenuto da un centrosinistra robusto. La chiusura della campagna sarà in piazza Virgiliana, oggi alle 20.30, con il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. L’intervista integrale è online sul sito, il canale YouTube e la pagina Facebook della Gazzetta.

Palazzi, perché si ricandida?

«Perché abbiamo un sacco di idee e progetti ancora da realizzare, non solo da finire. Dal Migliaretto al parco del Te, all’insediamento di nuove imprese nell’area logistica per dare lavoro, come abbiamo fatto con Rossetto, al potenziamento commerciale e turistico delle nostre idrovie. Mantova ha ancora tante sfide per essere europea. Cinque anni fa abbiamo ereditato una città immobile e sfiduciata, con una politica litigiosa, noi l’abbiamo rimessa in moto, con 400 cantieri e 139 milioni di euro di investimenti, 100 dei quali portati da fuori, contro i 39 della precedente amministrazione».

I suoi avversari l’accusano di aver pensato alle fioriere, all’immagine, più che ai problemi profondi della città. Cosa risponde?

«È una critica campata per aria, da parte di chi non sa cosa dire. In cinque anni abbiamo risolto problemi storici, abbiamo abbattuto magoni che giacevano da decenni e riqualificato intere parti di città, dai quartieri al centro. Tra un mese e mezzo partiranno i lavori al sottopasso della stazione ferroviaria, attesi da 40 anni, e ho firmato un accordo con Rfi al ministero per togliere tre passaggi a livello che circondano e limitano la città. Mantova è stato il primo e unico capoluogo d’Italia a rendere gratuiti gli asili nido. La città ha cambiato volto e non c’è mantovano che non lo riconosca».

È sereno rispetto all’esito delle elezioni?

«Sono molto sereno perché abbiamo dedicato ogni minuto del nostro tempo per la città, per incontrare i cittadini e trasformare le proposte e i bisogni in soluzioni. Mantova è migliorata da tutti i punti di vista, e vogliamo continuare a cambiarla».

Un’altra critica ricorrente è che fuori dal perimetro della maggioranza c’è stato poco coinvolgimento.

«Non è così. Quando governi una città come Mantova, la vera differenza la fa stare in mezzo alla gente. Ogni mese siamo andati in un quartiere diverso, abbiamo fatto oltre 70 assemblee pubbliche, più altri incontri singoli con i cittadini. E questo dà il segno di come per molti anni la città non sia stata ascoltata. Penso, ad esempio, alla riqualificazione di strada Spalti, a cui non si metteva mano dal 1950. L’ho sempre detto, la politica non si fa solo in consiglio comunale, bisogna conoscere la città, fare la fatica di andare a parlare con le persone, raccogliendo anche le critiche».

Tangenziale e autostrada Mantova-Cremona: cosa c’è ancora da dire?

«L’infrastruttura prioritaria è la chiusura del sistema delle tangenziali con l’asse sud. A realizzarlo dovrebbe essere Stradivaria, attuatore dell’autostrada Mantova-Cremona. Ma da 16 anni Regione Lombardia fa melina. E siccome ho l’impressione che l’autostrada non verrà mai realizzata, ho già fatto un accordo con Autobrennero: qualora la Regione scorporasse l’asse sud dalla Mantova-Cremona e ci desse i soldi per i lavori, anche Autobrennero interverrebbe con un cofinanziamento, collegando direttamente il casello. Tutto questo ha a che fare con la responsabilità politica di Regione Lombardia, ci dica sì o no».

Altro tema dibattuto: come si rivitalizza il commercio in centro storico?

«L’ho sempre detto e lo ripeto, il problema non sono i parcheggi, il settore del commercio è in crisi da almeno 10/15 anni. E dentro a questa crisi strutturale, aggravata dal Covid, ci sono elementi specifici di ogni singola città. Il primo tema generale e ineludibile è quello dell’e-commerce, anche a Mantova le realtà che resistono alla crisi, e aumentano i fatturati, hanno prodotti di fascia medio-alta e hanno sviluppato il canale parallelo. Un elemento specifico è quello del costo di locazione, affitti da 10/15mila euro al mese sono fuori mercato. E poi c’è il tema dell’attrattività, al quale stiamo lavorando con forza. Occorre riportare in centro gli uffici e i servizi trasferiti negli anni ’90. Anche per questo ci siamo posto il tema della sede Tea in vicolo Stretto».

Perché i mantovani dovrebbero sceglierla ancora?

«Perché abbiamo ancora un sacco di cose da fare per continuare a costruire una città giusta, moderna ed efficiente».

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