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A Mantova nel centrodestra scoppia la bufera, Baroni: volevamo candidare Sodano

Scambio di accuse tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. La deputata: avvertimmo che un populista avrebbe perso

Nicola Corradini
2 minuti di lettura

MANTOVA. È un centrodestra che esce dalle elezioni di città con le ossa rotte. E con l’animo avvelenato, perché da Forza Italia arriva in serata un’accusa a candidato sindaco e alleati non indifferente per bocca della coordinatrice provinciale e parlamentare, Anna Lisa Baroni: «Già a Natale avevamo detto che una candidatura populista e spostata a destra non avrebbe ottenuto successo in una città come Mantova. Avevamo proposto di presentarci con la candidatura di Nicola Sodano e una nostra lista per poi convergere al ballottaggio. Ma abbiamo rinunciato per la levata di scudi di Lega, Fratelli d’Italia e dello stesso Rossi».

L’impressione è che questa sia solo la punta di un iceberg, perché anche se ufficialmente nessuno lo dichiara, nell’accordo che segnò il rientro di Forza Italia al tavolo del centrodestra con il sì alla candidatura Rossi, c’era anche una voce che poi non ha avuto riscontro: l’annuncio pubblico che, in caso di vittoria, il vice sindaco di Rossi sarebbe stato, appunto, il moderato Nicola Sodano. In effetti, l’indiscrezione su questo accordo era circolata. Ma di conferme o annunci ufficiali non ce ne sono mai stati.

Ma non è solo Forza Italia ad avere delle rivendicazioni da mettere sul tavolo. Perché anche nelle dichiarazioni dei leader degli altri due partiti della coalizione (e dello stesso Rossi, come si legge nell’articolo a fianco) si leggono accuse agli azzurri di mancato impegno nella campagna elettorale per Rossi.

Partiamo dal primo partito della coalizione, quella Lega che sulla spinta del 29% delle Europee del 2019 aveva assunto il ruolo di “locomotiva” della coalizione per l’assalto a via Roma, si ritrova in questa tornata con un modestissimo 9%. Un crollo. «Sicuramente dovremo fare un’analisi interna di fronte a questi numeri – dice il segretario provinciale della Lega, Antonio Carra – dovremo rivedere l’organizzazione del circolo di città e con i nostri consiglieri e con Rossi programmare bene l’azione in consiglio e sul territorio. Purtroppo Mantova è andata in controtendenza, rispetto a Viadana e nella vicina Lonato. Forse abbiamo spaventato l’elettorato con le nostre proposte di cambiamento. La Lega, in ogni caso, ha la coscienza a posto. Siamo andati nei quartieri, abbiamo parlato con la gente. È chiaro che il voto brillante dello scorso anno in questa occasione è andato al sindaco. Di certo non ci sono stati travasi interni alla coalizione, visto che nemmeno le altre forze del centrodestra hanno sfondato».

Gli chiediamo se per caso Rossi non sia stato lasciato un po’ solo nella campagna elettorale. «Non voglio criticare altri partiti, ma noi della Lega siamo stati sempre vicini a Rossi nei momenti di difficoltà. Come quando c’era da chiudere la coalizione sul suo nome e non tutti hanno dato l’appoggio al primo colpo. Poi lo abbiamo affiancato in campagna elettorale portando in città esponenti importanti, a partire da Matteo Salvini. Non lo abbandoneremo. Certo, qualche desaparecido c’è stato durante la campagna e dovrà farsi un esame di coscienza». Il riferimento è agli azzurri.

Ma anche Alessandro Beduschi, coordinatore di Fratelli d’Italia, non è da meno. «La coalizione è fatta di più gambe - dice - ma se qualcuno parte con il dente avvelenato le conseguenze non possono che essere negative. Per quanto ci riguarda avevamo proposto altri nominativi, quando si trattava di decidere il candidato. Ma di fronte alla proposta della Lega, che era un partito con il 29% delle Europee alle spalle e non aveva mai avuto l’onere di presentare un candidato sindaco per la città, abbiamo fatto un passo indietro e accolto il nominativo di Stefano Rossi. Da quel momento noi siamo stati leali sostenitori. E fedeli. Se qualcuno voleva fare altre scelte, avrebbe dovuto farle allora. Sollevare problemi ora non serve. Per quanto mi riguarda, Rossi ci ha messo la faccia e merita il massimo rispetto».

Insomma, per il centrodestra mantovano si annunciano tempi di tempesta. Anche perché Baroni spiega che «ora dobbiamo fare una attenta riflessione nel partito. Il nostro è un elettorato moderato, cattolico e liberale e dobbiamo confrontarci sulla nostra natura politica alla luce di quanto avvenuto». Dubbi sulla permanenza al tavolo del centrodestra? Baroni non si sbilancia su questo. Ma risponde: «Come ho detto, rifletteremo sulla nostra vocazione politica».

 

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