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Così cambia la giunta a Mantova: gli assessori Pavesi e Nobis lasciano due posti liberi

Palazzi al lavoro per trovare i sostituti. Un’occasione per dare più peso ai gialli

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio detto. E non c’è dubbio che la “squadra” palazziana abbia stravinto queste elezioni comunali. Tuttavia, si pone il problema di “premiare” tutte le forze che hanno contribuito alla vittoria, in testa il Pd e la Lista gialla, con un’adeguata presenza in giunta. E non si potrà non tener conto anche delle tre liste minori, ManTua, Per Mantova e Italia Viva.

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L’attenzione è tutta rivolta alla composizione della nuova giunta, che non potrà avere più dei nove assessori attuali. Oggi il Pd ha cinque posti, più la presidenza del consiglio, i gialli tre e Sinistra italiana uno. Una premessa: tutti i nove assessori sono andati in lista e otto sono stati eletti come consiglieri (tranne la Nobis di Si) con un numero altissimo di preferenze. Solo per questo meriterebbero tutti la conferma (Palazzi ci starebbe pensando seriamente).

L’assessore all’istruzione Marianna Pavesi (Pd), però, avrebbe già dichiarato di non poter più svolgere l’incarico a causa dei suoi impegni di lavoro (è preside dell’Itis Fermi). Così Paola Nobis, che avrebbe già manifestato l’intenzione di lasciare, ma il suo posto andrebbe ancora a Sinistra italiana, ora alleata coi verdi (il coordinatore di Si, Banzi, in attesa di un colloquio col sindaco, sta già facendo casting).

Palazzi avrebbe, dunque, a disposizione una poltrona e anche la presidenza del consiglio per una redistribuzione del peso delle singole componenti della coalizione. Lasciando al loro posto il resto dei titolari. Un assessorato in più potrebbe toccare ai gialli, che sarebbe compensato dalla presidenza del consiglio ancora ai dem (Pasetti). Questa potrebbe essere una soluzione. La più indolore, però, sarebbe quella di dare la carica di vicesindaco ai gialli (Caprini, Nepote?), di coprire la casella che si libera sempre con un dem (Bottardi, la donna più votata con 325 preferenze o Pasetti). 

Ce ne sarebbe anche una terza: affidare la presidenza del consiglio ai gialli (Portioli, vicepresidente uscente). Senza dimenticare che il presidente uscente Allegretti ha ancora le sue carte da giocare. Per quanto riguarda gli altri alleati, ManTua ha già fatto sapere di non chiedere posti ma attenzione ai temi a lei più cari come infrastrutture e sviluppo. Mentre Italia Viva fa presente i suoi agganci a Roma (ha un ministro e un deputato mantovani, la Bonetti e Colaninno) che potrebbero servire molto a Palazzi, ma è pronta a discutere con lui quale possa essere la soluzione migliore.

Il 23 settembre Palazzi, che sulla giunta non si sbilancia («ma assicuro che la coalizione sarà ancora unita»), dopo nemmeno 24 ore dalla rielezione era già al lavoro. Ha telefonato alla ministra delle infrastrutture Paola De Micheli per ringraziarla del messaggio di congratulazioni che gli aveva inviato il giorno prima e per ricordarle che a Mantova ci sono i passaggi a livello da togliere. Non pago, ha chiamato anche Rfi ottenendo un altro risultato concreto. Il 6 ottobre i suoi tecnici saranno a Mantova per un sopralluogo ai passaggi a livello di Gambara e Porta Cerese, ritenuti prioritari, per verificare la fattibilità del sottopasso. 

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