A Mantova la Lega si affida alla Cappellari: «Dobbiamo riorganizzare la sezione»
Eletta in consiglio, resterà in via Roma per dare slancio al partito: «Non cerchiamo capri espiatori, abbiamo fatto errori»
Nicola CorradiniMANTOVA. Mentre le gambe del tavolo di centrodestra mostrano crepe sempre più preoccupanti, e rischiano di cedere e mandare a pezzi la coalizione, la Lega Salvini deve fare i conti con un tracollo di consensi pesantissimo in città. Perdere venti punti percentuali nel giro di un anno, dal 29% delle Europee al 9% delle Comunali, non è certo una semplice flessione fisiologica per il mancato effetto moltiplicatore del leader nazionale.
Se ne rende perfettamente conto il coordinatore Antonio Carra che si dice «deluso, perché mi aspettavo molto di più. Certo, abbiamo ottenuto la stessa percentuale raggiunta cinque anni fa a sostegno della candidatura a sindaco di Paola Bulbarelli, ma non mi nascondo il problema vero. Non riusciamo a sfondare a livello cittadino, quindi c’è da mettere mano sulla sezione del partito di città e riorganizzarla completamente».
Il verbo riorganizzare usato dal numero uno provinciale del partito suona un po’ eufemistico. È evidente che Carra intende mettere mano, finalmente, a un guaio grosso che la Lega mantovana si porta sulle spalle da molti anni, da molto prima che si trasformasse nella Lega Salvini. A fronte di un consolidamento e radicamento in molte zone della provincia, a partire dall’Alto Mantovano e dal Viadanese (ma non solo), il partito non è mai riuscito ad avere una forza politica dirompente nel capoluogo. Nemmeno ai tempi gloriosi della giunta monocolore in Provincia con presidente Davide Boni.
Le camicie verdi di quel periodo sono finite negli armadi, ma il problema sta diventando davvero pericoloso, perché una forza politica che ambiva a diventare la locomotiva del centrodestra locale non può permettersi di non essere trainante proprio nel capoluogo. La Lega di città è alla ricerca di un esponente con polso, capace di dare identità e organizzazione al partito. Che pure può contare, anche dopo il disastroso crollo elettorale, di significative aree di consenso in diverse zone della periferia, come Lunetta e Formigosa.
Il nome che viene in mente è quello di Alessandra Cappellari, nata politicamente come vice sindaco della giunta Sodano e oggi consigliere regionale. Capolista alle comunali è stata eletta con 192 preferenze (la più votata) in consiglio comunale. Si dimetterà? «Per ora resterò in consiglio comunale assieme ad Anceschi e Gorgati – risponde lei – sperando che le sedute non vengano convocate regolarmente negli stessi giorni del consiglio regionale».
Cappellari è piuttosto esplicita sul significato del capitombolo elettorale: «Noi non siamo come altri partiti che cercano capri espiatori – dice riferendosi a Forza Italia – Faremo una serie analisi interna per vedere cosa non ha funzionato nel partito di città. In particolare dovremo vedere come riorganizzare la segreteria della sezione cittadina che esce da un commissariamento. Insomma, sappiamo tutti che la Lega in fase di profondo cambiamento e qui in città dobbiamo trovare entusiasmo e voglia di agire. Ho trovato questa propensione in diversi candidati alle comunali nostri e di Mantova ideale».
Cappellari avrà un ruolo guida? «Non sta a me decidere» risponde. Anche lei replica alle accuse lanciate da Forza Italia: «Durante la campagna elettorale ho incontrato elettori che si lamentavano di essersi già fidati del centrodestra una volta e di essere rimasti delusi. Si riferivano alla giunta Sodano. Noi siamo leali, lo siano anche loro». Carra, intanto, spiega che nella ripartenza leghista avrà un ruolo centrale il gruppo consiliare «in collaborazione con Rossi. Collaboreremo con Fratelli d’Italia».
Già, che dice Fratelli d’Italia della ripartenza del centrodestra? Di queste rotture interne dopo il crollo elettorale? «Si rinasce come classe dirigente, come strutture e come motivazione se c’è unità d’intenti – dice il coordinatore Alessandro Beduschi – mettere in discussione e lanciare accuse oggi, a risultato acquisito, è davvero indecoroso e inopportuno. Come partito abbiamo fatto da spettatori al patto sulle ripartizioni (riferimento alla promessa di annunciare la candidatura a vicesindaco di Sodano da parte di Rossi, venuta meno, ndr). La cosa non ci interessa e parlarne ora è un’azione, appunto, indecorosa».
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