MANTOVA. Confermato alla guida della Medicina d’emergenza e pronto soccorso di Mantova Massimo Amato, 46 anni. A otto mesi dall’incarico di facente funzione, il medico è stato nominato direttore della struttura e rimane al contempo responsabile del pronto soccorso di Asola, ruolo che riveste dal 2016.
Dall’aprile del 2015 al luglio del 2016, prima di spostarsi ad Asola, aveva già svolto la propria attività al pronto soccorso di Mantova, dove ha fatto parte tra l’altro di un team multidisciplinare dedicato al percorso Delfino, per la presa in carico dei pazienti con gravi disabilità cognitive.
In precedenza ha lavorato al pronto soccorso di Montichiari e ha frequentato i corsi di formazione per dirigente di struttura complessa a Milano, di logistica in sanità alla scuola di direzione aziendale Bocconi e il master in management delle aziende sanitarie e sociosanitarie sempre alla Bocconi. Ha lavorato anche all’estero per un anno al dipartimento di gastroenterologia del St. Thomas Hospital di Londra. È autore di articoli e pubblicazioni scientifiche e istruttore e soccorritore del 118. Ama la musica e suona il pianoforte. Ha all’attivo numerose pubblicazioni.
L’arrivo del nuovo primario al pronto soccorso del Carlo Poma ha coinciso con l’esplosione della pandemia in Italia e a Mantova. All’inizio ha affiancato il dottor Mario Luppi nell’introduzione di un nuovo modello gestionale, non più strutturato per ambulatori. Un risultato raggiunto dopo un delicato lavoro di coordinamento con tutti i responsabili, medici e infermieri, delle tre strutture di Pronto Soccorso dell’Asst: Mantova, Pieve di Coriano e Asola.
La riorganizzazione del Pronto Soccorso ha visto la creazione di tre aree a seconda della gravità del malato, individuata al triage: rossa, alta intensità (di cura e tecnologie); gialla, a intensità intermedia; verde, a bassa intensità. Tra i vantaggi, una riduzione dei tempi di presa in carico – dimezzati dall’inizio del 2020 - e degli eventi avversi.