La piena passa, i ponti di Mantova riaperti forse da oggi (mercoledì). Ma con gli alvei gonfi le piogge fanno più paura
Borgoforte attorno ai 6 metri sopra lo zero, golene allagate ed ordinanze di sgombero. L’Aipo attiva il monitoraggio
Francesco RomaniMANTOVA. Uno sguardo all’alveo, l’altro alle previsioni meteo. Questa prima piena dell’autunno è giunta in anticipo. Portata dalle precipitazioni eccezionali che hanno devastato l’arco alpino e i versanti appenninici. Acqua che ha fatto salire velocemente le quote nell’alveo del collettore finale, il Po, che ha quasi decuplicato la portata arrivando a 5,500 metri cubi al secondo. Quanto basta per creare un’onda di piena il cui colmo oggi (6 ottobre) è transitato nel tratto centrale della nostra provincia (Borgoforte) e domani passerà in quella a valle (Sermide).
Tutto sommato contenuti i problemi creati dal livello. Numerose le golene aperte allagate con qualche Comune, come Viadana, che per precauzione ha ordinato lo sgombero e vietato il transito. E con la selvaggina in fuga dalle zone inondate, cinghiali compresi, che si è riversata di là dagli argini provocando anche qualche incidente d’auto.
L’Agenzia interregionale per il Po ha attivato il servizio di monitoraggio delle quote, ma senza prevedere la vigilanza notturna visto che le quote dovrebbero assestarsi attorno o sotto il secondo livello di guardia (6 metri a Borgoforte).
Il maggiore disagio è stato costituito dalla chiusura da lunedì pomeriggio del ponte in chiatte sull’Oglio,il cui livello è risalito per il rigurgito da valle del Po e soprattutto di quello fra San Benedetto Po e Bagnolo che ha di fatto tagliato in due una buona parte della provincia. I disagi hanno riguardato il traffico privato, giacché il transito di quello pesante (camion e autobus) è già interdetto dal 2012. Alla ricerca di un ponte alternativo, le auto si sono riversate sull’argine per Motteggiana o verso l’Autobrennero sulla quale, però, sono in atto cantieri dell’A22 proprio sul tratto Mantova Sud-Pegognaga.
Se la chiusura del ponte di Torre d’Oglio è stata dovuta alle quote dell’acqua (il ponte in chiatte è fluttuante), quello di San Benedetto è stato interrotto per il timore rappresentato dalle cataste di legname e rami che le violente piogge sui versanti montani hanno trascinato a valle. Il legno fluitante si è fermato contro le pile del ponte, creando una sorta di barriera potenzialmente in grado di provocare un “effetto diga”, innalzando la quota d’acqua a monte e creando una forte spinta sulle pile di un ponte già ammalorato e sottoposto a lavori. Per questo la Provincia ha decretato lo stop da lunedì pomeriggio. Oggi si deciderà la possibile riapertura.
I lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto, affidato dalla Provincia alla Toto costruzioni, con la piena sono stati interrotti in alveo, ma regolarmente proseguiti nella golena di San Benedetto Po dove si sta montando la metà impalcato in sponda destra.
Passata questa piena il timore si sposta sul meteo. Gli alvei già pieni potrebbero dover ospitare altri volumi di acqua delle prossime precipitazioni. Con le prime piogge attese già dalla prossima settimana.
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