Revisioni per i camion comprate, 8 indagati a Mantova
L’inchiesta di Ferrara sul giro di mazzette alla motorizzazione tocca il Mantovano: sequestrati sette libretti di circolazione
MANTOVA. Sette libretti sequestrati, e otto persone colpite da avviso di garanzia nel Mantovano. Arriva anche nella nostra provincia l’inchiesta di Fiamme Gialle e polizia stradale di Ferrara sulle revisioni dei camion comprate, che ha portato a 7 misure di custodia cautelare, al sequestro delle carte di circolazione di oltre 350 automezzi, più quelle di altri 270 irregolari e ancora in giro per l’Italia.
Secondo gli investigatori era stato messo in piedi da anni un disegno criminale per garantire, dietro pagamento di denaro a funzionari pubblici(fino a 350 euro per pratica), il buon esito delle procedure di revisione di autocarri e rimorchi che, in condizioni normali, non avrebbero mai potuto superare le verifiche annuali obbligatorie, perché privi dei requisiti tecnici richiesti. A finire in cella sono stati due dipendenti della motorizzazione civile di Ferrara e il titolare di un’agenzia di pratiche auto della città, che faceva da intermediario. Ai domiciliari, invece, sono finiti quattro imprenditori, tutti attivi nel settore del trasporto merci.
Complessivamente sono indagate 216 persone per i reati di corruzione, falso e abuso di ufficio; gli investigatori hanno accertato che più di 350 veicoli non sono mai transitati dalle linee di controllo. Sono al vaglio le posizioni di altri 270 mezzi pesanti che saranno segnalati per la revisione straordinaria.
L’attività investigativa è stata condotta attraverso controlli mirati su strada e intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre all’installazione di telecamere nella sede della motorizzazione. Dalle immagini, spiegano gli investigatori, è emerso che le anomalie riscontrate «erano il frutto di un sistema illecito basato sulla corruzione di funzionari e imprenditori per facilitare i collaudi e le revisioni». Le registrazioni hanno infatti «immortalato il denaro nascosto nei documenti o nelle classiche bustarelle che le parti si scambiavano durante le operazioni di controllo», e hanno permesso di accertare che tra i favori che i dipendenti della Motorizzazione facevano alle ditte c’era anche «la possibilità di anticipare o posticipare di diverse settimane la prenotazione della revisione». Il meccanismo illecito era ormai noto anche fuori regione, tanto che a Ferrara «venivano sottoposti a revisione automezzi provenienti da tutta Italia con la certezza che, con alcune centinaia di euro, era possibile comprare le verifiche anche in presenza di gravi inefficienze, come sistemi frenanti non idonei o non completamente efficienti, usura degli pneumatici oltre gli standard consentiti e malfunzionamento dell’impianto luci».
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