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Dai laghi malati al doposcuola nei quartieri, a Mantova parte il Palazzi-bis: «Priorità alle famiglie»

Intervista al sindaco sugli obiettivi del nuovo mandato: la giunta si occuperà subito dei sostegni per la nuova ondata Covid

Monica Viviani
3 minuti di lettura

MANTOVA. «Di certo non faccio commissariare il Comune». L’intervista con il sindaco Mattia Palazzi alla vigilia del primo consiglio comunale del nuovo mandato (il 14 ottobre), inizia un po’ in salita: la domanda è sulle prossime elezioni politiche del 2023 e la sua possibile, e da più parti ventilata, candidatura in Parlamento.

«La legge prevede che per candidarsi alle politiche un sindaco debba dimettersi sei mesi prima e non sono così matto da far commissariare il Comune, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. D’altronde direi che trasversalmente da sempre il Parlamento si è ben guardato dal modificare questa legge perché è chiaro che i sindaci, in molti casi, avrebbero più consenso di tanti parlamentari. E comunque da qui al 2023 la mia priorità non è pensare al mio destino personale, ma altro».

Vale a dire?

«Togliere qualche passaggio a livello, in primis quelli di Porta Cerese e Gambarara, far avanzare le bonifiche, la balneabilità dei laghi (visto che nel 2023 saremo al quarto anno di monitoraggio e analisi delle acque del lago Superiore), rendere la città e i quartieri più belli e sicuri, realizzare le infrastrutture necessarie a partire dall’Asse Sud, modificare il Pgt introducendo una netta impossibilità a consumare nuovo territorio ma al tempo stresso togliendo alcuni vincoli ideologici, e a parer mio insensati, che rendono più difficile attirare investitori per il recupero di aree e immobili e per l’insediamento di attività. Divieti come quello che inibisce di costruire edifici con più di tre piani in alcune aree o quello sulla media distribuzione in centro storico».

Priorità che richiedono risorse...

«Se negli ultimi cinque anni siamo riusciti a cambiare la città è perché abbiamo portato oltre 100 milioni di euro da fuori. Quindi ancora di più oggi, in una fase in cui avremo almeno tre bilanci in grossa difficoltà per le minori entrate a causa del Covid, dedicherò ancora più tempo a costruire alleanze per portare altrettante risorse alla città».

Obiettivi a breve scadenza?

«Una delle battaglie che farò da qui a dicembre è per le risorse per i Comuni a partire dalla richiesta di dare a noi quelle del Reddito di cittadinanza: sapremo spenderle meglio per chi ha bisogno. Credo che sia ora di tornare a investire sui territori. Entro il 2022 porteremo doposcuola e servizi per i bambini in ogni quartiere, puntiamo ad aumentare le ciclabili, ridurre le auto in centro e, se il bilancio lo permetterà, ad attivare altri sistemi di navette».

Cos’altro per abbattere le Pm10?

«Voglio lavorare con i sindaci dell’area padana, di qualsiasi gruppo politico siano, per presentare al governo e all’Europa un piano di investimenti straordinari sull’area della pianura Padana per abbattere le polveri sottili con incentivi per teleriscaldamento e mobilità green. Ne ho già parlato con i sindaci di Torino e Brescia e intendo pormi da capofila in questo progetto».

Capitolo università: arriveranno altri corsi?

«Due mesi fa insieme all’assessore Nepote e al presidente della Fum Gianolio ho incontrato il ministro. Siamo pronti a presentare un piano per il potenziamento ulteriore dell’offerta universitaria e abbiamo chiesto il suo sostegno con fondi ministeriali. L’incontro è stato positivo e credo che ci risponderà presto ».

Quale sarà il primo atto della nuova giunta?

«Ciò che adesso preoccupa è la risalita dei contagi anche nella nostra provincia. Abbiamo finito il primo mandato con il Piano Mantova di sostegno a categorie, famiglie e associazioni e già nella prima riunione di giunta che si terrà la settimana prossima la priorità sarà di occuparci di famiglie e scuole: dobbiamo far di tutto perché bimbi, adolescenti e famiglie siano ancora più protetti e accompagnati qualora si determinasse (cosa che non auspichiamo) una nuova chiusura dei servizi scolastici e di alcuni luoghi di lavoro. Ad oggi il governo ha escluso questa ipotesi, ma, come si è già visto, la situazione può cambiare in poche settimane e non vogliamo essere impreparati».

Non appena terminerà il blocco dei licenziamenti ci sarà poi un nuovo dramma occupazionale...

«È evidente che se da una parte non potrà essere procrastinato per molto il blocco dei licenziamenti, dall’altra non si può non sapere che appena verrà tolto ci saranno molti posti di lavoro in meno. Ci sono però due dati positivi: la commissione europea ha già deciso di finanziare con 100 miliardi gli ammortizzatori sociali nei Paesi più colpiti e il piano da 17 miliardi del governo a sostegno dell’occupazione previsto nella legge di stabilità. Tutto questo insieme al Recovery Fund dimostra che la politica di Salvini e della Lega di farci uscire dall’Europa sarebbe stata disastrosa per l’Italia. Così come da sindaco chiedo al governo che non si tergiversi più sul Mes: sono risorse fondamentali per il sistema sanitario e socio sanitario territoriale. Se i Cinquestelle non sono d’accordo si porti la questione in Parlamento dove sono certo che un’ampia maggioranza ne sosterrebbe l’utilizzo. Non ne ha bisogno solo il sud ma anche il nord, anche la nostra città e la nostra provincia. Questa è la fase in cui non possono prevalere veti ideologici, ma solo pragmatismo per adottare con rapidità gli strumenti di cui il Paese ha bisogno».

Dalle elezioni comunali alle provinciali: è vero che sta lavorando a una lista unica?

«Non so se ci siano le condizioni politiche per una lista unica, ma so due cose: non mi candiderò alla presidenza, ringrazio chi me lo sta chiedendo, ma non avrei tempo per farlo bene; questo territorio e i suoi rappresentanti regionali devono smettere di dividersi per casacche politiche di fronte a priorità attese da decenni. Chiedo che a prescindere dalle contrapposizioni elettorali per la Provincia, ci sia un patto scritto tra centro destra e centro sinistra sulle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo della città e del territorio da far valere in Regione e al governo».

In cima alla lista?

«L’Asse sud: dopo sedici anni di melina la Regione deve dirci cosa vuole fare».

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