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Belfanti ancora a processo: resistenza a pubblico ufficiale

È accusato di essersi scagliato contro un’agente della polizia locale. L’avrebbe colpita alla mano per impedirle di scattare delle fotografie

Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Ancora guai giudiziari per l’ex imprenditore Pier Vittorio Belfanti. Il 19 ottobre, la prima udienza, poi rinviata all’11 novembre per impedimento dell’avvocato difensore, del processo che lo vede imputato di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono all’11 marzo di tre anni fa.

Quel giorno era arrivata alla polizia locale la segnalazione di rumori molesti provenienti da un’abitazione di via San Longino, quella in cui abitava Belfanti. Un’agente era stata inviata sul posto per verificare l’origine di quei rumori e si trovò di fronte l’ex imprenditore. Quest’ultimo, secondo l’accusa, si sarebbe scagliato contro di lei colpendola alla mano sinistra per impedirle di scattare una foto allo stato dei luoghi. Da qui la denuncia che ha portato Belfanti nuovamente in tribunale, davanti al giudice Raffaella Bizzarro.

L’ex imprenditore ha in sospeso un altro procedimento giudiziario in Corte d’appello a Brescia. Era finito a processo per associazione a delinquere finalizzata alla vendita di auto con il chilometraggio contraffatto, per evasione dell’Iva e per truffa. Il collegio giudicante del tribunale di Mantova, composto dal presidente Enzo Rosina e dai colleghi Francesca Grassani e Chiara Comunale, lo aveva condannato a sei anni e nove mesi di reclusione, contro i dieci chiesti dai pubblici ministeri Giulio Tamburini e Silvia Bertuzzi.

Il 22 settembre a Brescia c’è stata la prima udienza in Corte d’appello al termine della il pubblico ministero Cristina Bertotti ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. La sentenza sarà emessa nell’udienza fissata per il 15 dicembre prossimo.

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