Mantova, l'azienda Sanfermese a un fondo d’investimento
La famiglia Pelladoni cede la maggioranza dell’azienda agri-food fondata nel 1974 a Piubega: «Così migliori prospettive»
Sabrina PinardiMANTOVA. La Sanfermese di Piubega cambia proprietà. L’azienda, una potenza dell’agri-food (ha chiuso il 2018 con 46,13 milioni di ricavi), con al proprio attivo collaborazioni con colossi come Kellog e Barilla, ha venduto la maggioranza delle azioni al fondo gestito da Orange Capital Development, società che attrae capitali da tutto il mondo, sud-est asiatico compreso. Della famiglia Pelladoni, che si occupa di lavorazione di cereali da più di 200 anni e che ha creato la Sanfermese nel 1974 (nel 1985 è diventata società per azioni), rimarrà in società soltanto Andrea, l’attuale responsabile vendite e marketing. Resterà nella compagine societaria con una quota di minoranza, ma continuerà ad avere un ruolo attivo nella gestione degli affari e nello sviluppo di nuovi prodotti.
La decisione è arrivata dopo un lungo periodo di riflessione, e di trattative. «Siamo stati i primi a introdurre la soia e il grano duro nel nord Italia, i primi in Europa a certificare il mais non Ogm, tra i primi a credere nella valenza del “free from” e nella centralità della qualità dell’ingrediente - racconta Andrea Pelladoni - Dopo un adeguato periodo di lucida riflessione, la mia famiglia, in piena coesione, ha individuato la via maestra per assicurare le migliori prospettive di crescita e di sviluppo della società, dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori e del territorio a cui apparteniamo». Perché proprio Orange Capital Development? «La nuova proprietà - prosegue Pelladoni - è stata scelta per la sua visione di investimento di lungo periodo, per la rilevante forza finanziaria e capacità manageriale».
Il fondo acquirente punta a rafforzare la propria presenza nel settore della sostenibilità ambientale. «Dopo essere diventati un player di riferimento nel mondo delle energie rinnovabili - spiega l’amministratore delegato, Davide Salvatore - ora puntiamo a consolidare la nostra presenza nel settore agroalimentare, e in particolare nel settore dell’healthy foods e “free-from” foods (cibi senza ingredienti o sostanze, ndr) in cui La Sanfermese opera da anni con successo. Intendiamo rafforzare ulteriormente la solidità patrimoniale della società e valorizzare le sue grandi potenzialità agevolando lo sviluppo di prodotti innovativi e l’espansione in nuovi Paesi».
Inevitabili le reazioni da parte delle associazioni agricole. Attendista Confagricoltura, più preoccupata Coldiretti. «Stiamo alla finestra e vediamo cosa succede - commenta il direttore di Confagricoltura, Daniele Sfulcini - auspichiamo che questa realtà continui a essere un interlocutore importante per i produttori del territorio. Come organizzazione, siamo pronti a collaborare per eventuali nuovi progetti». «Un’altra azienda dell’agroalimentare Made in Italy passa in mano estera, allungando l’elenco dei marchi che di italiano hanno solamente il nome - si smarca Paolo Carra, presidente di Coldiretti - Questa acquisizione ci spinge a riflettere sui temi della sovranità e sicurezza alimentare e delle ricadute sull’occupazione e sul territorio».
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