La meraviglia delle Pescherie: Mantova ritrova un suo gioiello
Sabato e domenica il cantiere sarà aperto a tutti. Per completare la ristrutturazione mancano 780mila euro
GILBERTO SCUDERIMANTOVA. Giù fino al Rio e su alla sala delle Capriate, il cantiere delle Pescherie è ancora aperto e lo sarà ancora per un anno e passa, salvo proroghe. Però i lavori sono avanzati ed è già possibile godere la magnificenza del luogo. Un incanto di bellezza.
Mantova, svelate le antiche pescherie di Giulio Romano
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Per completare la ristrutturazione mancano 600mila euro. Anzi 780 perché anche il primo stanziamento piange un pochino e attende di essere rimpinzato. La spesa totale è di un milione e 200mila. Sia pure con muratori, elettricisti e idraulici in azione, entrando si ha l’idea chiara di quanto si sta realizzando, intravedendone lo splendore. Così domani alle 17 per le autorità, e alle 18 a numero programmato e su invito sarà possibile visitare questo gioiello architettonico e artistico, messo su da Giulio Romano nel 1536 e anni successivi. Sabato e domenica (e nel successivo weekend del 31 ottobre e 1 novembre) il cantiere sarà aperto a tutti in occasione delle “Vie dei Tesori”: distanziati, info e prenotazioni www.leviedeitesori.com.
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Proseguiamo il nostro giro: dalla cortina di legno che racchiude il cantiere, una porta quasi segreta si apre, ed entrando al civico 20 di via Pescherie, invisibile dalla strada, subito appaiono i mattoni a vista accarezzati da un intonachino leggero che lascia leggere l’antico tessuto murario. L’ascensore a destra attende solo il collaudo, e a sinistra si apre il locale che fu della vecchia cabina elettrica della Bresciana e poi dell’Enel, archeologia industriale da salvaguardare, dove la Caffetteria diffonderà aromi e servirà prelibatezze. Una scala scende alle antiche cantine: qui sfavilleranno le toilette.
Dalla sala ogivale (c’è un bell’arco a ogiva, murato) ecco sulla sinistra una scaletta che annulla il piccolo dislivello per giungere al pontile, dove un tempo attraccavano le barche. Luogo incantevole: tranquillo scorre il Rio (l’idea è di renderlo navigabile) mentre a sinistra correrà sotto il ponte il passaggio alle Beccherie: sarà un visitor center, un punto di incontro per chi visiterà la città (in caso di maltempo c’è la sala ogivale). All’aperto, a destra del pontile, una spiaggetta di sassi in discesa, lunga cinque o sei metri o larga tre o quattro, è lì a ricordo delle bügandére, le lavandaie che andavano a fare il bucato e a risciacquare (ardensàr) i panni. Torniamo su - ampie vetrate rendono visibile e leggibile il corso dei secoli - e raggiungiamo il piano nobile: a destra ci saranno antibagno, bagno e un ufficio, poi si apre la sala delle Capriate, 95 metri quadrati destinati a eventi culturali, convegni e concerti: lì c’erano gli appartamenti dei dipendenti Enel, raccordo del passato con la Caffetteria. Tutto come racchiuso in un discorso coerente che dà unità al fabbricato: nel Cinquecento (e anche nel Novecento massacratore), oggi e in futuro.
A illustrare il progetto sono stati ieri il presidente della fondazione Le Pescherie di Giulio Romano Paolo Corbellani, la vice Maria Elena Levoni e il consigliere Enzo Dalbeni. Coinvolte nel progetto le scuole: gli studenti del Politecnico faranno le guide, quelli del liceo scientifico hanno studiato il monumento per il suo story telling, quelli dell’istituto agrario “Strozzi” e dell’Itet “Mantegna” (Chimica e biotecnologie ambientali) hanno interrogato le acque. Soldoni, per quanto già stanziato e per arrivare a un milione e 200mila: grazie a Regione Lombardia, alle fondazioni Bam, Cariplo e Comunità mantovana onlus, e alle banche del Monte di Lombardia e Mediolanum. —
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