La truffa dei Gratta e vinci: indagato ex guardalinee mantovano
Con Cristiano Copelli, 220 presenze in serie A, anche la compagna Rita Botticelli. Accusati di complicità con dei dipendenti di Lottomatica. Sequestrati 27 milioni dalla Guardia di Finanza
Sandro MortariMANTOVA. Questa volta in fuorigioco potrebbe essere finito lui e il Var potrebbe non servire. Cristiano Copelli, 53 anni, ex guardalinee mantovano con 220 presenze in serie A e molte altre sui campi di tutt’Europa, è indagato dalla procura di Roma per truffa aggravata in concorso. Con lui risulta indagata per lo stesso reato anche la compagna, Rita Botticelli, 55 anni, molto nota negli ambienti sportivi mantovani.
Entrambi, secondo i magistrati e i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, avrebbero partecipato agli “affari” poco puliti di un gruppo di dipendenti ed ex di Lottomatica, società concessionaria dei giochi per conto dello Stato, capace tra il 2015 e il 2020 di impadronirsi di quattro biglietti milionari della lotteria istantanea Gratta e vinci per un totale di 24 milioni di euro e di intascare il montepremi. Ovviamente, per tutti vale la presunzione di innocenza e la prosecuzione delle indagini, fino al processo se arriverà, contribuirà a chiarire fatti e responsabilità individuali.
I dipendenti infedeli, secondo la ricostruzione degli investigatori, erano riusciti, attraverso degli accessi riservati al sistema informatico della società, ad individuare i biglietti di alcuni Gratta e vinci milionari e a conoscere in anticipo la loro destinazione e la data di consegna. In pratica, conoscevano la ricevitoria e il giorno in cui sarebbero arrivati i biglietti vincenti tanto da essere in grado di organizzare il loro acquisto.
Il sistema era ancora più sofisticato perché bisognava anche far sì che Lottomatica non si accorgesse che i soldi finivano a dei dipendenti: il codice deontologico interno vieta, infatti, al personale di partecipare ai giochi e alle lotterie. Per non suscitare sospetti il gruppo, per presentare i biglietti vincenti, che sono titoli al portatore pagabili, cioè, a chiunque li porti all’incasso, si è avvalso di conoscenti o di familiari.
Tra coloro che sono andati a ritirare i premi col ticket figura, secondo le Fiamme Gialle, Copelli. Ciò sarebbe accaduto nel 2015 quando si sarebbe presentato con un Gratta e vinci da 5 milioni, acquistato a Milano, negli uffici della Lottomatica per farsi poi accreditare sul proprio conto corrente la cospicua vincita. Si trattava di un biglietto della lotteria istantanea Maxi Miliardario. La stessa cosa qualche mese dopo sempre con un altro Maxi Miliardario, questa volta acquistato a Brescia, e presentato all’incasso da un’altra persona. Gli investigatori hanno stimato che c’era una probabilità su 9.360.000 biglietti di trovare quello milionario.
Stessa scena nel 2017 con un biglietto del Super cash del valore di 7 milioni acquistato a Foggia e con un altro, sempre della stessa lotteria e dello stesso valore, comprato nel 2019 a Cremona (episodio che fa parte di un altro procedimento ma con alcuni addentellati di questo).
Per il disturbo i “vincitori” trattenevano per sé una quota delle vincite, mentre il resto lo trasferivano sui conti correnti dei complici e di persone a loro vicine. Risulta che Copelli dopo aver incassato i 4 milioni 700mila euro (detratte le tasse) abbia effettuato alcuni bonifici ai complici: tra cui 750mila euro alla compagna, la quale poi ne ricevette un altro da 785.004 euro, derivante da un secondo biglietto incassato sempre di 4 milioni 700mila, dalla compagna del suo ex marito, la quale ne fece anche uno da 655.004 euro a favore di Copelli.
Milano, Brescia, Foggia e Cremona: tutte località distanti dal domicilio degli indagati (per Copelli nel 2015 era Roma), prova, secondo le Fiamme gialle, che gli acquisti erano stati mirati e che non era stata la dea bendata (come è chiamata l’operazione) a guidarli. Copelli e la compagna Rita, sarebbero entrati nel giro grazie all’ex marito di lei, una figura importante della Lottomatica fino al 2018 quando si licenziò, anche lui tra gli indagati e considerato il “dominus” della truffa.
Ieri la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito i sequestri preventivi di beni ai 12 indagati, dieci dei quali residenti nella capitale, tutti accusati a vario titolo di truffa aggravata, accesso abusivo ai sistemi informatici, ricettazione e autoriciclaggio di capitali illeciti. Sotto sequestro sono finiti soldi, immobili e beni mobili per un valore di 27 milioni. Dal decreto risulta che a Copelli e alla Botticelli, che risiedono a Borgo Virgilio, all’ex marito di lei e alla sua attuale compagna, siano stati sequestrati beni per 9 milioni e 400mila.
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