Mantova, l'ex patron della Poggese Trazzi finisce a processo. L’accusa: ricettazione di un dipinto non autentico
Il mercante d'arte avrebbe ceduto il quadro falso come garanzia per un prestito di centomila euro
Giancarlo OlianiPOGGIO RUSCO. Prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati Everardo Trazzi, 69 anni, noto mercante d’arte di Poggio Rusco ed ex presidente delle Poggese. È accusato di ricettazione e di aver ceduto un quadro a garanzia di un prestito di centomila euro. Quadro che, secondo una perizia, non sarebbe autentico.
I fatti contestati avvengono tra il 2015 e il 2018. La procura lo accusa di ricettazione: al fine di procurarsi un profitto, consapevole della provenienza illecita, avrebbe acquistato o ricevuto da una persona rimasta sconosciuta un dipinto astratto, tecnica mista su compensato, delle dimensioni di 90 centimetri per 42, firmato in basso a destra Vedova. Ma questo dipinto sarebbe stato contraffatto, perché non riconducibile all’opera di Emilio Vedova.
Quindi, sempre secondo l’accusa, anche senza aver concorso nella contraffazione, Trazzi avrebbe posto in circolazione il dipinto.
Nel luglio 2015 dichiarava, con scrittura privata che, a garanzia del residuo di un mutuo stipulato dalla figlia con Renata Knes di Milano (100mila euro), avrebbe consegnato entro il 30 luglio di quell’anno un dipinto dell’artista Vedova. Ma la figlia non aveva onorato il prestito e chi aveva concesso la somma aveva richiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo per il dipinto. E questo per vendere l’opera mediante un’asta giudiziaria e recuperare le somme prestate. Ma dalla relazione tecnica del perito incaricato dal giudice per stimarne il valore, emergeva che il dipinto non era di Vedova, né in alcun modo a lui ascrivibile.
Prossima udienza il 23 giugno 2021.
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