In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

A Mantova il riciclo chimico della plastica: alla Versalis arriva l’impianto di pirolisi

Nel 2022 rifiuti trasformati in combustibile per produrre altri polimeri. Progetto al ministero dell’ambiente per la Via

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Lo stabilimento Versalis di Mantova ospiterà, nei primi mesi del 2022, l’impianto pilota per il riciclo chimico delle materie plastiche. È il progetto Hoop che si basa sul processo di pirolisi in cui la plastica viene scaldata in un reattore a 400-500 gradi a bassa pressione (e, quindi, in un ambiente senza ossigeno) e si scompone in singoli monomeri che poi possono essere riutilizzati per realizzare altri polimeri. Nel nostro caso, Versalis punta a ricavare una miscela liquida a base di idrocarburi che può alimentare gli impianti della società ora a nafta o a gasolio.

Un esempio di economia circolare in cui Eni con Versalis, la sua società chimica, si è gettata a capofitto e che ha prodotto il progetto ora al vaglio del ministero dell’ambiente per verificarne l’assoggettabilità a Via. L’elaborato depositato da Versalis è consultabile sul sito del ministero; entro il 6 dicembre potranno essere presentate le osservazioni. Dopodiché i tecnici del dicastero le valuteranno e decideranno se il progetto dovrà sottostare o meno alla procedura di valutazione di impatto ambientale.

L’impianto pilota che utilizza la pirolisi, viene spiegato nella relazione, trasformerà i rifiuti di plastica (imballaggi, bottiglie, vasetti, ecc.) in materia prima adatta ad alimentare gli impianti di produzione di nuovi polimeri, in sostituzione completa o parziale della virgin nafta, derivante da fonti fossili. La tecnologia necessaria è stata sviluppata da Versalis con la società di ingegneria Servizi di ricerche e sviluppo.

L’impianto, che sarà realizzato vicino al centro ricerche, avrà una capacità di lavorazione di materie plastiche fino a 6mila tonnellate all’anno, con una capacità produttiva di 640 chilogrammi all’ora, corrispondente a circa l’80% del materiale polimerico alimentato. In particolare, verranno prodotte 4.875 tonnellate all’anno di olio di pirolisi, un distillato di idrocarburi che sarà stoccato in appositi serbatoi e poi esportato per essere utilizzato come materia in altri stabilimenti, e 870 tonnellate all’anno di prodotto solido denominato char, inerte, che dopo essere stato rilavorato può essere impiegato (dal char si potrà ricavare anche un altro prodotto, il coke).

Uscirà anche un prodotto gassoso che servirà l’impianto stesso. Per costruire il tutto serviranno 7 mesi, a partire da giugno 2021. Il suo start-up è previsto tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022. Durante la fase di esercizio nell’impianto saranno impiegati due lavoratori in turno, per un totale di 12 persone. Per alimentare Hoop arriveranno 3-4 Tir al giorno carichi di plastica (140 tonnellate la settimana), mentre 2-3 autobotti al giorno usciranno con il prodotto finito (112 tonnellate la settimana).

Lo studio si occupa anche dell’impatto che l’impianto avrà durante la fase di costruzione («sarà basso») e durante quella di esercizio. In quest’ultima «le emissioni generate dall’impianto non andranno a modificare sostanzialmente il quadro emissivo attuale e rispetteranno i valori attesi». L’impianto avrà sei camini (due di 20 metri, gli altri tra i 3 e i 15 metri di altezza), ma solo quattro sempre in funzione. «Il sistema di trattamento sarà in grado di abbattere la concentrazione degli inquinanti».

In particolare, «il contributo delle emissioni di CO, Pm10 e benzene sulla qualità dell’aria si può ritenere trascurabile, di lieve entità per le concentrazioni medie annuali di No2 e di modesta entità per quanto riguarda le concentrazioni medie orarie di No2». In relazione allo scenario col progetto Hoop alla massima capacità produttiva, «i risultati evidenziano un lieve aumento delle concentrazioni, pur mantenendosi, però, sempre ben al di sotto dei limiti di legge, tale da non alterare in maniera significativa lo stato di qualità dell’aria». La conclusione è che con il nuovo impianto in funzione, «non si verificheranno impatti negativi rispetto alle condizioni attuali».

I commenti dei lettori