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Ecco le città più verdi: Mantova resta seconda in classifica

La ricerca di Legambiente. Sul gradino più alto del podio si conferma Trento. L'assessore Murari: «Il merito più importante è dei mantovani che con i loro comportamenti e il loro senso civico ci permettono di primeggiare e di mettere in atto politiche sempre più coraggiose»

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MANTOVA. Dopo due anni al primo posto, adesso altri due da seconda. Mantova spopola nella classifica annuale dell’Ecosistema urbano, stilata da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Al primo posto, come l’anno scorso, si è classificata Trento con un punteggio del 79,98%; sul secondo gradino del podio resta Mantova con 76,75%, mentre sul terzo sale Pordenone con 76,71%. La città virgiliana è la prima città lombarda.

Considerando i 18 parametri in base a cui sono state valutate le 104 città capoluogo, Mantova è tra le prime dieci solo in quattro: le isole pedonali (nono posto) con 0,89 metri quadrati per ogni abitanti, la dispersione della rete idrica che rimane appena al di sopra del 15%, settimo capoluogo in questo indice; la raccolta differenziata e le piste ciclabili.

E sono proprio questi ultimi due indicatori, quelli a cui Legambiente attribuisce un peso maggiore e quindi un punteggio più alto, a portarla in alto. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, Mantova è terza con l’85,6% , dietro a Pordenone (seconda con l’86,1%) e Ferrara (prima con l’86,2%). Terzo posto anche per quanto riguarda le ciclabili con 31,60 metri di pista ogni cento abitanti. Paga, invece, la scarsa qualità dell’aria che i suoi cittadini respirano, anche se i valori sono migliorati rispetto all’anno precedente.

«Questo risultato – dice l’assessore all’ambiente Andrea Murari – conferma che stiamo proseguendo nella direzione giusta e che rappresentiamo ormai un modello per molte città. Il merito più importante è dei mantovani che con i loro comportamenti e il loro senso civico ci permettono di primeggiare e di mettere in atto politiche sempre più coraggiose».

Non bisogna, però, fermarsi: «Resta un grande lavoro da proseguire – aggiunge Murari – fatto di foreste urbane, bonifiche, ciclabili e trasporto pubblico, tutela del suolo ed efficientamento energetico. Il solco è tracciato. È invece necessario accelerare sulla qualità dell’aria in pianura padana, migliorata ma non ancora in modo sufficiente. Siamo di fronte a un problema che richiede una strategia sovra-regionale e un importante sostegno del governo. Credo che la grande quantità di fondi che darà l’Europa vada investita prioritariamente, in accordo con Comuni e Regioni della pianura padana, in un epocale piano per la qualità dell’aria».

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