ASOLA. Flash mob e protesta silenziosa dei commerciati dell’Associazione Esercenti Asolani che ieri mattina, fra le 10 e le 11, hanno alzato la serranda della propria attività mettendosi sulla porta con alcuni cartelli.
“Così chiudiamo per sempre” e “Lo shopping natalizio sarà strano quest’anno”: questi i messaggi che erano riportati sui fogli che gli esercenti hanno esposto. Un’azione, creata e coordinata dai commercianti di Asola, e che si è affiancata alla giornata di protesta nazionale, «ma che noi abbiamo pensato come gesto autonomo per far sentire la nostra voce in paese - racconta Davide Burato, presidente dell’Associazione - perché ci sono rabbia e allo stesso momento consapevolezza che la situazione è grave».

Dalla voce dei commercianti emergono chiari il clima di rabbia e la situazione di difficoltà. «Questo lockdown sta andando malissimo - racconta Cristina Gloriotti di “Cristina Bomboniere” - sono veramente arrabbiata, perché non è possibile che il mio negozio non possa tenere aperto. Non contamino nessuno e nessuno contamina me, dentro ci sono tutti i dispositivi previsti dalla legge. Le persone potrebbero entrare senza problemi. Questa è una ribellione, io voglio aprire e aspetto i miei clienti».
In realtà le attività hanno solo lanciato un segnale e in nessun negozio ieri sono entrate persone a comprare, anche perché gli esercenti sono rimasti sulla porta e con i negozi chiusi. Ecco Dorella Amidani di Maison Dielle, attività che gestisce da 37 anni: «Avrei voluto prima più chiarezza e più controlli sul territorio per vedere chi rispettava le regole e chi no. Avremmo potuto lavorare tutti, senza ridurci così».
Ed è proprio la mancanza di certezze al centro di questa protesta silenziosa e composta dei commercianti asolani. «Vorremmo chiarezza e certezze sulle date - spiega Burato - perché le festività si avvicinano e a tutti noi serve sapere se apriremo. Le nostre attività devono preparare le scorte, fare gli ordini e gestire gli allestimenti. Non possiamo improvvisare». Burato, infine, lancia un appello: «Chiediamo ai nostri concittadini di comprare locale, anche con dei buoni, soluzione che ci permetterebbe di rialzare la testa in questo momento di difficoltà».