Ecco i rider dello shopping a Mantova: aiuto per gli anziani soli
Le tante richieste di consegnare la spesa a domicilio arrivano dagli over 80. In campo i volontari di diverse associazioni sotto la regia dei servizi sociali
Sabrina PinardiMANTOVA. È venerdì scorso, giorno di consegna. Dell’equipaggio fanno parte Nadia, direttrice di comunità che la crisi ha lasciato senza lavoro, Alberto, pensionato, e Claudio, autista dell’Alce Nero. Ritrovo sotto l’Arci Tom, poi via verso il supermercato, che nel frattempo ha già preparato le buste della spesa.
Questa mattina le consegne sono poche: il grosso è stato mercoledì. La prima è a Lunetta: ad aprire a Nadia è una bella signora, che si affaccia alla porta di un appartamento ben tenuto. Vive sola, e certi pesi per lei cominciano a diventare eccessivi. Come la solitudine, che il Covid rende più difficile da sopportare. L’uscio si scosta appena, subito dopo, a Cittadella: i signori che hanno ordinato la spesa hanno paura (comprensibilmente) del contagio. Ma ai volontari non smettono di fare i complimenti: a loro e a chi ha avuto l’idea di questo servizio. Nato in tempi tutt’altro che ordinari ma destinato a diventare la normalità. Età media che supera gli 80 anni, spesa sui 50 euro (che si pagano, in contanti o con il bancomat), un gran bisogno di una voce amica.
E’ l’identikit dei nonni che si affidano al Comune per il servizio di spesa e farmaci a domicilio. Identikit parziale, di un progetto che è ripartito da poco dopo la pausa estiva, ma che nello scorso lockdown era arrivato a cento consegne settimanali. La regia è dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune, ma tutt’attorno c’è una rete di volontari che cresce in continuazione. Alla consegna dei farmaci pensa l’Arci, mentre per la spesa il Comune si affida alla cooperativa Alce Nero. Con loro, i volontari delle organizzazioni del Forum del terzo settore: oltre all’Arci, ci sono Acli, Auser, Sol.Co, Centro servizi e Collegamento provinciale del volontariato. «Il nostro obiettivo – racconta Andrea Caprini, assessore al Welfare – è renderlo stabile, strutturarlo come servizio di vicinato».
La spesa, in realtà, è un grimaldello: «I volontari sono stati formati per cogliere eventuali segnali di disagio o di isolamento. Anche vedere cosa acquistano ci aiuta a capire se conducono una vita sana. In questo modo riusciamo a monitorare la condizione degli anziani, soprattutto di chi sfugge ai radar dei servizi sociali». Le operatrici del Comune sono il primo filtro: sono loro che rispondono al numero del volantino (0376 376860). Poi la palla passa all’Auser, che ricontatta i nonni per concordare lista della spesa e orari. «Le telefonate durano dai 20 ai 30 minuti – racconta Edoardo Chiribella, presidente dell’Auser – perché tutto deve essere preciso, anche le marche dei prodotti. Ma, poi, la chiamata è un modo per fare due chiacchiere. Tanto che una buona parte ha richiesto di attivare la telefonata di compagnia. Iniziativa, quest’ultima, per la quale stiamo ricevendo la candidatura di molti giovani volontari».
Un antidoto alla solitudine che potrebbe essere sempre più richiesto: tra Valletta Paiolo e centro storico, di persone con più di 90 anni che vivono sole (o in coppia con un over 85) ce ne sono circa 400. Alcuni hanno amici o figli vicini, altri l’assistente familiare.
Certo, non tutti, chiamano il Comune per la spesa o i farmaci. Virginio, 82 anni, vedovo e con i figli lontani, è in fila per entrare in una bottega di Valletta Paiolo. Fa la spesa tutti i giorni, da solo, soprattutto pane fresco e verdura. «Se comincio ad avere bisogno degli altri è finita – racconta – per me uscire per la spesa è uno stimolo e lo ammetto è anche un modo per scambiare due parole».
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