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L’ultimatum del governo ad Autobrennero: via i soci privati o nuova gara

De Micheli conferma la volontà di accelerare la concessione per 30 anni. Palazzi: «Si riunisca il tavolo tra ministero e soci e si riveda l’accordo del 2017»

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. O si liquidano i privati e, entro il 29 dicembre, si fa una società tutta pubblica a cui dare in concessione l’autostrada del Brennero per 30 anni, oppure nel 2021 si andrà a gara.

È l’ultimatum lanciato ieri dalla ministra per i trasporti Paola De Micheli corredato dall’annuncio che il vecchio articolo che agevola la liquidazione dei soci privati dell’A22, tolto di recente dalla Commissione bilancio della Camera dalla bozza della legge di stabilità del governo, sarà riproposto tale e quale nel prossimo decreto ristori quater. Una presa di posizione che ha spiazzato i soci sudisti della A22, da Trento a Modena (Mantova compresa) che puntavano alla proroga di dieci anni dell’attuale concessione in mano alla società con dentro i privati (eventualità, ricorda la ministra, esclusa anche di recente dall’Unione europea).

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«L’A22 è un’infrastruttura vitale per il paese e strategica per i territori e i soci pubblici - dice la ministra -, ma sono determinata a raggiungere subito l’obiettivo dell’avvio della nuova concessione trentennale. Il ministero chiederà l’inserimento nel prossimo decreto legge di una disposizione finalizzata a favorire la liquidazione dei soci privati, nonché la realizzazione degli investimenti già programmati». Altro non è che la volontà di portare a termine quanto già stabilito dal suo ministero nel 2017. E spiega che la norma prevede il versamento allo Stato a rate, fino al 2028, dei 718,4 milioni accantonati per il fondo ferrovie (con soldi da destinare anche al porto di Valdaro) e che il corrispettivo della concessione dal 2018 al 2020, 30 milioni, venga versato entro il 2024 anziché in un’unica soluzione. «In questo modo - osserva la De Micheli - si consente alla concessionaria di conservare la liquidità di cassa necessaria per l’immediata realizzazione degli investimenti già a partire dal 2021». E cita le cifre, contenute nell’accordo di cooperazione tra ministero e A22 firmato nel 2018: nuovi investimenti per 4,2 miliardi, di cui 800 milioni per il miglioramento della viabilità ordinaria e lavori di manutenzione per 1,2 miliardi (oltre al blocco dei dividendi da distribuire ai soci). Un accordo che, dice la ministra, «si sta valutando di modificare». Se non si riuscisse a trovare l’intesa per liquidare i privati e avere la concessione di 30 anni, si farebbe la gara europea: a quel punto gli investimenti potrebbero essere avviati solo quando ci sarà il nuovo concessionario e, quindi, non prima del 2023. Nel frattempo, l’A22 sarebbe comunque tenuta al versamento delle quote del fondo ferrovia.

«Nessuno dei soci sta lavorando per la gara» replica il sindaco Palazzi, membro del cda di Autobrennero. «Al contrario - aggiunge - siamo tutti impegnati a cercare nell’interlocuzione con il ministero una soluzione che oltre a rispettare i paletti comunitari possa anche essere attuata senza correre il rischio di bloccare l’operatività della società. A tal proposito, come già condiviso con la ministra e con i soci pubblici, è urgente si riunisca il tavolo con i legali ed esperti individuati dai soci e con i tecnici del ministero per analizzare ogni aspetto tecnico e giuridico delle proposte in campo». Non solo. «Contemporaneamente - spiega Palazzi - dobbiamo lavorare alla revisione dell’accordo di cooperazione: su questo la ministra ha già dato disponibilità e la ringrazio perché è fondamentale che la concessione in house non si traduca in centralizzazione di operatività e interventi ordinari, che senza renderebbe più lenta l’attività della società. A22 rappresenta un asset fondamentale del Paese, ma anche un modello gestionale che concretizza il principio costituzionale di sussidiarietà». —
 

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